Categoria: Tradizioni, attività e tempo libero

Attività di svago e tempo libero a San Demetrio Corone dal Piano Marshall in poi.

Una storia scritta da un perdente, è un esercizio che mi riesce bene e mi riconcilia con il mio sacro poco.

di Angelo Lino Luzzi  ©

ALBANY JAZZ

Lo svago e il tempo libero non hanno mai conosciuto crisi nei  nostri paesi arbëresh. San Demetrio poi, battezzata come era, capitale della Diaspora in Italia, non poteva venir meno alle riconosciute attitudini alle iniziative. Subito dopo l’ultimo conflitto mondiale, per ovvie ragioni, aumenta e si diffonde l’arte creativa e del reinventarsi.  Come la nostra storia avrà modo di raccontare, molto nutrita risulterà a San Demetrio Corone la lista di pregevoli iniziative in vari settori. Nonostante l’isolamento geografico della nostra cittadina arbëreshe con le importanti vie di comunicazioni,  la presenza del collegio italo-albanese di Sant’Adriano e del Liceo-ginnasio, secondo me il genius loci, ha consentito al paese di non rimanere emarginato e di assumere atteggiamenti mentali e comportamenti pratici coerenti ,con il resto della società nazionale. Pertanto, le nostre attività di svago e l’impiego del tempo libero, rientrano in un mosaico di storia locale impagabile, perché testimoni di tracce di una civiltà gloriosa e decorosa e moralmente edificante.

Senza entrare nelle più ampie accezioni del tema, l’intento è far emergere dal quadro comune, l’eccezionalità di quell’insieme di nozioni da cui i giovani possano attingere con le dovute riflessioni, motivazioni, informazioni, cultura e solidarietà che ci ha accomunati, nonostante altro. Soprattutto, riflettere su quella intrinseca dignità che pur nelle difficoltà quotidiane, anche in quelle esistenziali da  Cagniuli e Ghiegghi del periodo, è stata capace di riempire il lento scorrere del tempo nella maniera  creativa e intelligente, lasciando un’impronta per tutta l’Italia..

Tratti sempre da: “San Demetrio Corone tra politica, cronaca e storia”, estrapoliamo dal brogliaccio“ Attività di svago e Tempo libero”, alcuni momenti  , durante e dopo il periodo del famoso piano Marshall americano che prevedeva aiuti per la ricostruzione d’Italia.

Nel contesto politico degli anni, sono inserite tutte quelle forme di attività di svago e tempo libero, maschili e femminili avvertite all’indomani del 1945, come necessità aggregative e di riscatto sociale come, durante il periodo della riforma agraria, dell’OVS e degli enti di sviluppo Opera Sila e sui corsi di formazione di economia domestica, di istruzione generale a San Demetrio Corone. Prima della narrazione, è dobbligo chiederci a freddo: siamo riusciti a creare o ad interpretare il futuro e la rinascita a San Demetrio dopo il piano Marshall (1948) , se stiamo assaporando un reale cambiamento solo dal 2022?

A questa domanda risponderemo con questa mia collana ,EPISTEMI, dai corsivi corsari, per tutti coloro, convinti, di non essere stati mai “ ZZOPA DJEGLIS “. Questo anemico deterrente avverso ad ogni forma empatica e di dibattito non ha giovato  a San Demetrio, relegandolo sempre più in fondo ai gradini dei processi evolutivi. A parte ogni similitudine, la storia questa volta sarà riscritta  da uno dei perdenti, è un esercizio che da perdente mi riesce bene, sarà l’elogio alla sconfitta come quella di Rosaria Gasparro, e mi riconcilia con il mio sacro poco.

 All’indomani delle elezioni del 1948,l’Italia repubblicana deve affrontare non solo le conseguenze economiche dopo la sconfitta alla seconda guerra mondiale ma organizzare la vita pubblica. Dal 1948 al 1953 la situazione economica non era florida e da noi nel sud, povertà e arretratezza diffusa.

 Dal 1954 in poi, maggiormente dal 1958 al 1968 si assiste al miracolo economico cioè al boom economico. A San Demetrio Corone si iniziano a copiare modi e stili americani, fra cui musica di importazione americana e film di Hollywood.

Era il periodo quando ricevetti il più bel giocattolo della mia vita

“Piazza Rossa ” Corso Domenico Mauro

Piazza Rossa e iniziai a giocare  tra il covo comunista della trattoria la Rosa e la nobles locale seduta sulle tribune dei gradini della farmacia Debellis. Erano i tempi di Don Giorgio Esposito arciprete del paese con la sua moto Rumi e le iniziative volte ad aggregare come le attività

Esposito don Giorgio già Arciprete di San Demetrio Corone

con la sala dietro la chiesa madre fornita di televisore, dove ci si poteva incontrare e preparare eventi come è stato per me il primo varietà musicale ” Skanderbeg 60 ” con debutto al teatro del Collegio.

C’era poi la squadra di calcio GIAC

Formazione della Giac – Gioventù Italiana Azione Cattolica

che si controponeva alla squadra di calcio Dinamo del PCI dei Clementino

Formazione DINAMO giovani del PCI di San Demetrio Corone

La storia ci ha lasciato molti aneddoti, foto e circostanze alla Guareschi che puntualmente riempiranno questi fogli facendoci compagnia nelle giornate uggiose. Mandate aneddoti, su tutti i temi che tratto, come compagni di viaggio alla narrazione.

Intanto cominciamo con

L’ ALBANY  JAZZ

ALBANY JAZZ – San Demetrio Corone -cs

L’Albany Jazz nasce come complesso musicale a San Demetrio Corone nella seconda metà degli anni 50 nel periodo delle speranze, dei sogni e perché nò, del Rock ’n’ Roll, del jazz, dello Swing, del tango, della brillantina nei capelli, il taglio all’umbertina e ciuffetto all’in su. Con il piano Marshall avviato si attendevano ripresa e sviluppi economici. Chi avrebbe potuto immaginare che in un paesino di 5791 abitanti, sperduto tra le colline della Pre Sila Greca, lontano dalle importanti arterie di comunicazione, ma vicino all’avvento  della televisione, si sarebbe potuto dare corpo alla formazione dell’Albany Jazz.

Da una parte, il suo nome difendeva una appartenenza di secoli di storia, dall’altra una “Y” e un “ JAZZ”, che speculava il glamour dell’ ”american style” tipo Glenn Miller. Era l’era di Elvis Presley, e delle varianti del Ritmo e del Blus e del Country ma anche di Aznavur, Piaf, Togliani ,Consolini, Pizzi, Kramer e della immortale canzone napoletana Carosone, Bruni , Murolo, Di Capri. Il merito di questa formazione, udite le testimonianze dei componenti, senz’altro và a Carmine Lavorato, barbiere in via Maratona prima e a piazza Monumento dopo.

Sui tubi di piazza Monumento, penultimo seduto è Carmine Lavorato con amici

Un grande sostenitore di questa orchestrina è stato il parroco del paese , Soti Giorgi Esposito , perchè ha avuto un gran da fare per tirare su questi giovani  attraverso programmi estivi in Sila e fasi teatrali al Collegio Sant’Adriano.

Albany Jazz in Sila -19 Agosto 1959

Campo estivo della Gioventù Italiana Azione Cattolica in Sila

( Tarantino-Lavorato-Don Esposito-Solano)

Quella simpatica orchestrina, senz’altro figlia del genius loci del teatro del Sant’ Adriano, oltre a  soddisfare quella nostra generazione ancora incerta tra sogni e bisogni, riempiva gli intervalli e l’avanspettacolo dei drammi e dei varietà musicali che la “Filodrammatica ” del Liceo Ginnasio del Sant’Adriano, puntualmente nel periodo di Carnevale offriva ogni anno.

 La loro sigla musicale era PASSION FLOWER”, in italiano “ LA PASSIONE DEL MIO CUOR” con il classico coro…wacciùwaruwaruwà !!!.L’altro pezzo forte PETIT FLEUR Prima ancora ricordo un’altra sigla che spero almeno di rielaborare come la ricordo; si trattava di una Begin , con un gingle cantato con la parola “ Varechina, Varechina Uè, Varechina Varechina Ué, di difficile interpretazione, ma musicalmente in armonia e senz’altro frutto dell’estro e della fantasia del gruppo. Quotati in tutto il comprensorio, riuscivano a rallegrare feste e serate anche nelle trasferte estive.

  Durante le “passeggiate scolastiche” del liceo-ginnasio, i maschietti avevano come punto di riferimento le querce dell’attuale ristorante Corsini, per le ragazze la strada per Kozzi Mundit . Era Totonno Baffa con la sua fisarmonica a rendere felici e spensierate quelle ore con le sue magiche suonate, Una volta ricordo, durante una passeggiata ,  io e un compagno di scuola siamo andati a Marzile in quel sottopasso (ruga) dove sopra abitava Paolina e Dushkut, a prendere la fisarmonica che tenevano in un magazzino dove loro si ritrovavano e che chiamavano Bazar.

La Casa di Paolina e dushkut

Luigi Giampietro

La sede dell’Albany Jazz era nella “ruga di Paolina ” sotto la finestra della camera dei miei genitori. Ricordo che la comare Paolina inveiva specie contro Adriano Solano perchè il tamburo “sdirrazzava le galline”. Quanti ricordi !!

Prima porta a destra il Bazar Albany Jazz

foto interno dopo oltre mezzo secolo

Stiamo parlando di una casa della Gitonja tek rahj i Loshtraret ( Vicinato della collina degli antenati), quindi la prima gjtonja più antica costruita contemporaneamente o appena dopo la casa Lopes a Murmurica. Scendendo dall’attuale via Maratona, e da palazzo Chiodi, raggiungevano da Granato la via del Calvario posizionato vicino all’attuale pasticceria Stilla , per poi raggiungere la chiesa madre dall’attuale piazza Monumento.

Durante le mie ricerche su tutte le Gjtonie del paese, mi sono incuriosito da un suggerimento di mia madre, oggi 97enne, che a sua volta aveva ereditato da sua madre morta a 103 anni l’indicazione di questo luogo come Rahj i glioshkavet. Dopo una risata e un bel pò di tempo, spremendomi, ho tolto la gl italo-arberesh e ho messo la l albanese alla parola loshkavet e sono risalito a loshtraret che significa antenato, antico e rahj e una collinetta.

Da tenere presente quella supporta raggiungeva via Marzile ed era trafficata da tutti da e per Acri.

Sotto la parte est della casa verso via Marzile

I componenti erano Adriano Solano, batterista del complesso, al clarinetto Ariosto De Rose, come cantante, solista e corista di alto spessore, arrangiatore , sassofonista e impareggiabile fisarmonicista Totonno Baffa, che riusciva ad incantare con la sua “Voce e notte” chiunque. Al mandolino e chitarra Carmine Lavorato, chitarra accompagnamento Franchino Sposato, le maracas, si accasavano spesso e volentieri dal volontario di turno, fosse anche Antonio Basile, abile anche a maneggiare le spazzole e bacchette della batteria.. Il cantante delle grandi occasioni e immancabile ad allietare le serate al Sant’Adriano, era Ettore Cardamone da Corigliano, disponibile a concedere bis, come nella interpretazione della canzone “ La Novia” di Tony Dallara.

Con Ettore Cardamone mi sono intrattenuto più volte quando occasionalmente facevo visita a mia zia Nina Santelli nei pressi dell’ Ina Casa a Corigliano e successivamente ho avuto conferma da Adriano Solano che lo stesso faceva all’epoca l’istitutore al collegio Sant’Adriano, con Mario Visciglia considerato bravo cantautore e chitarrista.

Cantante Ettore Cardamone a destra della foto Franchino Sposato

Altri componenti si sono alternati o aggiunti come il caso di Demetrio D’Amico e altri. Intanto come vediamo nella foto seguente, cominciava a fare capolino con il canto, mio cugino Demetrio Luzzi, che aveva ereditato dallo zio voce e musicalità tanto da essere etichettato “ Palmerino”. Da cantante solista ha inciso un disco- lancio a Roma.

Teatro del Collegio Sant’Adriano – Cantante Demetrio Luzzi

Al teatro del Sant’Adriano molto atteso era  lo spazio dedicato ad una sorta di varietà le cui satire caricaturali non risparmiavano personaggi come il  preside, docenti, bidelli della scuola e del collegio e quelli della vita locale. La scenografia   del varietà aveva come sfondo un  enorme telone  3,50×3, raffigurante piazza monumento dipinto da Federico Braile , come da foto.

Quel telone era la scenografia rappresentativa dell’agorà del paese,  azzeccata anche per  la famosa “ Alle cinque della sera “ di Federico Garcia Lorca, parafrasata in un a solo per voce e chitarra , con sedia e luce ad occhio di bue, dall’abilissimo Mimmo Tallarico che ha saputo incantare tutti con il suo flamengo, dovizioso di arpeggi. Era l’allegoria alla Sandemetrese chà chà chà che in quel periodo aveva pervaso luoghi e discorsi a San Demetrio, a tal punto che tra gli spalti del “Civetteria” regalavano scorci di appartenenza per la presenza di pubblico femminile frequente e dal vestito tradizionale.

Demetrio Tallarico

Alle cinque della sera

        Alle cinque della sera se tu vai al monumento

        sempre il solito argomento

       della partita c’è il commento oppur dell’allenamento

       alle cinque della sera là…….. al monumento

       Alle cinque della sera se tu vai da Maurino

       tra ferramenta, vasche , piastrelle e sacchi di cemento

       sempre il solito argomento

       della Sandemetrese c’è il commento

Alle cinque della sera

     di Tarantissimo grida da pazzo

        quel rossanese di Monaco Micuzzo

         pronto a dare il suo commento,

       alle cinque della sera là…. al monumento

       Alle cinque della sera se tu vai al monumento

       Sempre il solito argomento

       Di palloni, scarpe e reti c’è il commento di,   

       Mister Tony Foti Baffa e Gangitano,

       Capatazzo e Provenzano

       Alle cinque della sera là…….. al monumento……..

                               …… continua…..

Delle serate teatrali e musicali al Sant’Adriano continueremo a raccontare la storia di questo gruppo molto affiatato e dai tanti aneddoti da giamburrasca che tenevano vivi gli ambienti esterni ed interni di questo collegio, attraverso, anche i “ filoni” e la scusa delle pratiche artistiche, che si contrapponevano alla rigidità degli insegnanti.

Oltre alle serate e alle trasferte a Malvito e in altre località, parleremo dell’Albany Jazz anche della loro “batteria ” data in regalo ai Maya  e finita nel dimenticatoio delle gratitudini, come al solito.

Termino questa parte chiedendo venia se mi discosto apparentemente dall’argomento, ma questo periodo scolastico e le attività esterne al collegio, trascinano nel percorso simpatici aneddoti vissuti dai protagonisti di questa orchestrina. Dei componenti continueremo a parlare così come dei componenti, compreso lo scrivente, del Primo Varietà Musicale “ Skanderbeg 60 “,  firmato da (Minosse-Ulisse) Adriano Solano, il primo giornalista-pubblicista locale, animatore e vero protagonista in molti settori e in più fasi della storia sportiva sandemetrese

Adriano Solano

In quel varietà musicale c’è stata la partecipazione  di studenti del liceo-ginnasio, tra i quali figuravo anch’io. Pubblicherò il copione di quel varietà di 60 anni fa. Al collegio di Sant’Adriano, in quel tempo, si frequentavano : 1°,2°,3°,4°,5° ginnasio e 1°,2°,3° liceo. La foto seguente mostra una selezione mista che il professore di educazione fisica Silvio Pranno stava preparando per il  “saggio atletico” annuale, molto atteso in vista dei campionati scolastico provinciali

Preparazione mista per il saggio scolastico ( 1962/63)

Dalla sinistra A Lino Luzzi, dietro di me Lavorato Angelo, in fondo Altimari, e al mio fianco Mario Faraca e altri, mentre la professoressa Sogna Bibin Mazziotit preparava il saggio alle ragazze.

Da sinistra Lucrezia Serra-Bibina Mazziottit-Giovanni Cava-Ninina Camodeca-Totò Marchianò

Albany Jazz……Continua con tante altre foto

Complesso musicale  FULL FUK

Intanto, senza reticenza alcuna sull’elenco di tutti i complessi musicali che si sono succeduti, ma con lo scopo di legare  gli interessi e tempo libero condivisi, sebbene in epoche diverse, registriamo come anno 2010, l’ultimo gruppo musicale formato a San Demetrio Corone. Si tratta dei FULL FUK….. che io traduco in   “ un buono gratis per l’acquisto di un  Vaffà n’ … Il primo complesso e l’ultimo sempre americaneggianti nei nomi

Ultimo complesso a San Demetrio anno 2010- I FULL FUK

Sono giovani che al momento della foto avevano 16 anni che avevano già conquistato le simpatie delle teenagers nelle occasionali uscite musicali. Chitarra solista Francesco Damico, chitarra ritmica Cosimo Gangitano, batteria Adriano Gabriele e al basso Marco Falcone. Il tipo di musica che occasionalmente suonavano racchiude una larga parentesi che potremo sintetizzare dal Pop al rock- Metal , una intrigante musica tutta da scoprire. Avremo modo in seguito di offrirvi qualche nota musicale, intanto voglio rassicurare gli altri  complessi musicali esistiti ed esistenti a San Demetrio Corone, saranno menzionati TUTTI , così come troveranno spazio tutte le altre forme “artistiche” espressioni di una creatività sempre in cammino nella storia del nostro paese.

Seguiranno oltre gli approfondimenti di cui sopra, altri capitoli di

ATTIVITA’ DI SVAGO E TEMPO LIBERO A SAN DEMETRIO CORONE

(Tratto da : S. Demetrio Corone tra politica, cronaca e storia)

( Attività Sportive : Calcio – Boxe- Bocce- Rolla – Atletica leggera )

L A S T O R I A   D E L  C A L C I O   –  SANDEME’  CIA’ CIA’ CIA’

…….continua……

LA SANDEMETRESE NELLA STORIA DEL CALCIO – Torneo Internazionale Roma 1991

LA SANDEMETRESE NELLA STORIA DEL CALCIO – Torneo Internazionale Roma 1991

LA SANDEMETRESE – NELLA STORIA DEL CALCIO

(Torneo Internazionale Giovanile – Roma,1991)

di Angelo Lino Luzzi

La storia calcistica Sandemetrese è un insieme di momenti pieni di fascino e di entusiasmo a partire da un racconto del 1919, sarà  una successione di fatti e di episodi e di foto, di interviste audio e video che richiameranno nomi di giocatori, di dirigenti, di pubblico, di luoghi.

Racconteremo dei campionati di calcio legati alle alterne conquiste, specialmente quella sensazionale che  ha portato la squadra Sandemetrese in Promozione, l’unico traguardo ufficiale e importante raggiunto nella sua storia. Racconteremo delle partecipazioni alla Coppa Italia Dilettanti,  di calciatori sandemetresi convocati nelle rappresentative calabre e di richieste di ingaggio da parte di squadre italiane.

Dopo un riordino di materiale interessante come le interviste e talvolta il restauro di documentazioni, foto, audio e video che in qualche caso rischiavano di andare disperse, desideroso di mettere a disposizione la mia pluriennale e modesta esperienza acquisita nel campo giornalistico radio-televisivo, sono stato indotto e motivato a confrontare la  possibile vera storia dello sport , dello svago e tempo libero a San Demetrio Corone, con la voglia di regalare  alle nuove generazioni alcuni momenti di storia sportiva a loro sconosciuta e rendendo un doveroso omaggio a quegli uomini che hanno reso possibile e fatto grande lo sport sandemetrese.

Ritengo importante ed emozionante ricordare alcune pagine della nostra storia sportiva che permettono ad ognuno di viverle come proprie, come se fossero pezzetti della propria personale storia, specialmente dopo  il consenso  delle migliaia di ponderate visualizzazioni ( circa 8000 in un arco di tempo breve) raggiunte da questo sito dopo la pubblicazione delle mie ultime ricerche locali su temi inerenti l’intera storia di San Demetrio Corone e il suo territorio.

Esserci trovati, io e Demetrio Provenzano ( Spamienti ), entrambi sopra il solaio degli spogliatoi della Sandemetrese Chà Chà Chà, ci consente oggi raccontare particolari vicende rimaste legate non solo alla storia locale.

Come si sà commissari tecnici della Nazionale sono dappertutto ma pullulano specialmente  quando la creativina accende qualche lampadina e per ciò, nel pieno rispetto di ogni opinione, ognuno è libero di osservare, soffermarsi, sottolineare e mettere la virgola, l’accento dove vuole e quando vuole, IO SONO QUI’ ;  per qualsiasi delucidazione:    linoluzzi@libero.it  –     e cell.3204856527.   Grazie

 

TORNEO INTERNAZIONALE – ROMA – 29 Giugno 1991

 

Oggi ci occupiamo dell’esperienza internazionale del calcio giovanile della Sandemetrese impegnata in un torneo internazionale a Roma  presso il Centro Sportivo Villa Gaia – A.S. Borussia nel lontano 29 Giugno 1991.

Sono state 16 in tutto le squadre con rinomati club stranieri provenienti da Spagna, Francia ed Austria.

Le due giornate sono riuscite a riempire le tribune con un gran numero di spettatori. Un indimenticabile pomeriggio nel meraviglioso impianto sportivo di Villa Gaia, nel quartiere di Via Grotte Celoni e un secondo pomeriggio nel campo di calcio “ Torre Nova” nel quartiere dell’Alessandrina.

Il torneo giovanile era diviso in due categorie: Giovanissimi ed Esordienti.

Nella Sandemetrese Giovanile

GLI ESORDIENTI  guidati dal Mister Giuseppe Canadè – La rosa a disposizione, classe 78/79, convocati:

Abbruzzese, Greco , Liguori, Grillo, Scaglione, Abbruzzese, Gagliano,Abbruzzese, Serravalle, Basile, Bellucci, Liguori Salvatore, Rumanò, Toscano, Sposato, Oriolo, Sammarra, Gabriele 1, Gabriele 2.,Abbruzzese, Abbruzzese, Gagliano,,R

I GIOVANISSIMI classe 76/77 convocati da Mister Gennaro De Cicco erano : Funera, Bua MARCO, Bua Andrea, Cadicamo, Rotondaro Vincenzo e Rotondaro Denis, Pedace ,Liguori Luca, Pisano, Caruso, Sposato, Bua Domenico, Grillo, Mauro Michele.

LE SQUADRE NEL V° TORNEO

PER L’ITALIA

A.S. BORUSSIA di Roma –  LA STRANGOLAGALLI di Frosinone  –  LA CARASSAI di Ascoli Piceno  – 

LA SANDEMETRESE di Cosenza  –  IL BRUNICO di Bolzano

Europa

LA SPAGNA con il SANTA CREUS   – LA FRANCIA con IL MARSIGLIA  –  L’AUSTRIA con L’ SSV.

 

LE RETI

SANDEMETRESE – BORUSSIA  (1-1)   gol di Pedace

SANDEMETRESE – SANTE CREUS (0-1)autorete Cadicamo

CASSARAI – SANDEMETRESE (1-1)  gol Liguori Salvatore

BORUSSIA-SANDEMETRESE (1-1)       gol  Rumanò

BRUNIK-SANDEMETRESE (0-3)         gol due reti Toscano, una rete Liguori

 

FINALE ESORDIENTI

SANDEMETRESE – SPAGNA  (1-2)  Rete di Liguori pallonetto in uscita

Secondo posto con coppa disciplina

Totale reti Liguori 3         Toscano 2

 

FINALE GIOVANISSIMI

Sandemetrese 4° posto

Il premio disciplina è risultato prestigioso in questo torneo in quanto una ammonizione comportava la penalità di punti in classifica. Per la Sandemetrese, debuttante all’internazionale, è stata dura per i tempi e il calendario degli incontri. Tutti i ragazzi sebbene stressati dal viaggio e dalla logistica di pernottamento, hanno saputo tenere duro alle altre squadre giunte a Roma con qualche giorno di anticipo.

La carica data da molti studenti e compaesani e gente della provincia di Cosenza presenti sulle tribune è servita da stimolo alla Sandemetrese. L’opinione presa in diretta dal pubblico sottolineava la buona preparazione dei ragazzi preparati da Giuseppe Canadè e Gennaro De Cicco.

Dal punto di vista complessivo, positiva l’esperienza e i giovanissimi a parte l’autogol di Cadicamo hanno perso l’ingresso in finale dopo aver sfiorato il gol più volte e colpito in pieno una traversa.

Il Torneo presentava un ricco calendario di appuntamenti culturali, obiettivi inseriti tra le finalità del torneo, per cui la rappresentativa Sandemetrese era accompagnata da una nutrita rappresentanza con in testa il già Sindaco di San Demetrio Corone Antonio Basile, seguito dal presidente della Sandemetrese Antonio Sposato , in veste anche di assessore al Turismo, dal vice-presidente Marcello Marchianò dal mister De Cicco in veste anche di assessore alla Cultura, da Giuseppe Canadè allenatore esordienti, dal presidente degli allenatori settore Rossano , Giorgio Pisani e da Bua Domenico, dal direttore tecnico sportivo Giuseppe Macrì e dall’assessore comunale Giuseppe Pignataro, e dall’addetto stampa Angelo Lino Luzzi

Raffinata e accurata la divisa predisposta dallo sponsor Demetrio Sposato Mobili che ha abbinato questa volta i colori sociali con l’abbigliamento esterno del dopo partita lasciando intravedere un distinguo raffinato e signorile.

Doverosi ringraziamenti vanno al presidente della circoscrizione romana per le interviste concesse  dal presidente della circoscrizione e dal presidente  R. Valentini del Centro sportivo A.S. Borussia di Roma.

Al compianto Damiano Greco , sandemetrese , già preparatore atletico del Centro Sportivo Borussia il merito della presenza e partecipazione della Polisportiva Giovanile Sandemetrese al torneo internazionale di Roma.

Ad Angelo Lino Luzzi, l’onore di essere stato accreditato come giornalista e aver consentito di portare a casa risultati e documentazioni che possono solamente giovare al nostro paese.

NB: Agli appassionati, desiderosi dell’evento, sono stati predisposti 4 video numerarti secondo la sequenza, coperti da © ma ancora privi di lavorazione.

 

Con il video che segue inizia il primo tempo Sandemetrese – Brunico e le formazioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA SANDEMETRESE IN PROMOZIONE – 1993

LA SANDEMETRESE IN PROMOZIONE – 1993

Attività di svago e tempo libero a San Demetrio Corone

( Il Calcio )

La Sandemetrese in Promozione 1993

( Video – Interviste – Commenti )

 

di Angelo Lino Luzzi

Lo svago e il tempo libero non ha mai conosciuto crisi nei i nostri paesi arbëresh. San Demetrio, poi, battezzata come era, capitale della Diaspora in Italia, non poteva venir meno alle riconosciute capacità di creare iniziative. Subito dopo i conflitti mondiali, era diffusa in generale l’arte creativa alla “sopravvivenza” , e come la nostra storia avrà modo di raccontare, molto ricca risulterà la lista a San Demetrio Corone di iniziative dai riconosciuti meriti come quelle artigianali, agricole, quelle artistico-musicali ed etniche e quelle sportive. Molti giovani, impegnandosi in discipline diverse, hanno dato lustro al paese e continuano a tenere alto il livello partecipativo. Si è registrato qualche risultato anche nazionale e le Maratone internazionali registrano partecipazioni da San Demetrio C. a testimonianza del corretto e utile uso del loro tempo libero e della valenza sportiva come maestra di vita.
Tratti sempre da: “San Demetrio Corone tra politica, cronaca e storia”, estrapoliamo dal capitolo “ Attività di svago, Sport e Tempo libero”

il Calcio

Il racconto della sua vitalità non ha pretese di essere esaustivo, cercherà di essere, comunque, un racconto di una storia autentica di quasi tre quarti di secolo della Sandemetrese, e anche una spiegazione di come, quando e perché è nata, come è avvenuto, chi furono gli ispiratori, chi è stato il primo Presidente e gli sviluppi negli anni, anche per sfatare le abbondanti leggende metropolitane.
Evidenziare questo settore, sarà una conferma dello spirito di iniziativa sociale che ha animato San Demetrio Corone ed un significativo riconoscimento al contributo di tutti ad elevare di prestigio il calcio sandemetrese, riconosciuto in tutti gli ambienti calcistici anche inter – regionali grazie a episodiche occasioni come, la partecipazione alla Coppa Italia Dilettanti, la partecipazione di figure come del compianto Renato Serra nelle “ rappresentative calabresi” e all’esperienza presso il Centro Sportivo di Villa Gaia a Roma nel torneo internazionale a squadre del calcio giovanile europeo con la Polisportiva Sandemetrese del presidente Antonio Sposato e lo sponsor DS Mobili.

Ad oggi, le nuove società sportive, i nuovi dirigenti, le giovani generazioni succedute, stanno onorando con la loro generosa partecipazione il prestigio dei colori calcistici locali e tengono alto lo spirito partecipativo cittadino.
Nel corso di questo racconto troverete forse qualche errore o qualche omissione, e tutto ciò è inevitabile in un racconto che sintetizza quasi un secolo di storia calcistica, si spera comunque che la pubblicazione, stimolata da molti, incontri soprattutto il vostro favore e vi faccia buona compagnia; con l’occasione desidero formulare a tutti i più vivi ringraziamenti, perché siete in tanti a visitare questo sito e a confermare la bontà degli argomenti convincenti nei vari editoriali tematici.
Al ringraziamento segue per tutti un invito, cioè rendervi partecipi alle pubblicazioni.
Ognuno di voi, visitando il sito, leggendo qualsiasi testo, può intervenire nelle parti che interessano, con note, suggerimenti, aneddoti, aggiungere foto, si provvederà subito ad inserire il materiale con nome dell’autore, a riconoscimento.
Un po’ tutti ci siamo passati nel pianeta calcio, da tifoso, da calciatore, da arbitro, da dirigente e anche da operatore dell’informazione , nel mio caso; ho sempre concesso a tutti la vetrina che si meritavano attraverso i miei servizi, opinioni e critiche radio televisive. La storia del calcio è in fondo anche la nostra storia di eterni innamorati del gioco più bello del mondo.
Mentre vado a limare gli ultimi ritocchi della nostra storia calcistica, ricordo che ogni puntata sarà preceduta nel paragrafo Calcio, dalla scritta Sandemè chà chà chà, nelle suddivisioni interne dei vari paragrafi in cui è distribuita la materia “Tradizioni, attività e tempo libero” , in HOME alla templata : San Demetrio Corone.
In attesa di iniziare la storia del calcio a San Demetrio Corone,
in visione tre gruppi di filmati del campionato 1992 /1993 – Primo e secondo tempo Verzino-Sandemetrese (3-5) con la vittoria in anticipo di campionato.
Due  filmati – Sandemetrese- Acri (3-1) e la Premiazione del passaggio in Promozione e buona visione.

 

VIDEO   VERZINO – SANDEMETRESE     1 Tempo>Prima parte

 

 

VIDEO   VERZINO – SANDEMETRESE     1 Tempo > Seconda Parte

 

 

VIDEO   VERZINO – SANDEMETRESE   1 Tempo> Ultima Parte

 

 

 

VIDEO   VERZINO – SANDEMETRESE   2 Tempo > Prima  Parte

 

VIDEO  VERZINO – SANDEMETRESE  2 Tempo > Ultima Parte

 

seguono altri due video : SANDEMETRESE – ACRI  (3-1)  Ultima giornata  92/93 

Primo Video

AL ” CIVETTERIA” LA SANDEMETRESE FESTEGGIA LA PROMOZIONE 1993 Prima Parte e 
cliccare sull’indirizzo
Secondo Video
AL “CIVETTERIA” LA SANDEMETRESE FESTEGGIA LA PROMOZIONE  Ultima Parte 
cliccare sull’indirizzo
nb:   grazie a tutti per le attestazioni di stima….
A seguire, dagli “anni 30” ad oggi,   LA STORIA DELLA SANDEMETRESE
IL FESTIVAL DELLA CANZONE ARBERESHE

IL FESTIVAL DELLA CANZONE ARBERESHE

IL FESTIVAL DELLA CANZONE ARBERESHE

(  Un contenitore culturalmente e strutturalmente vuoto, cosa fare? )

di Angelo Lino Luzzi (c)

 

Prima parte

Togliere un sassolino dopo più di 30 anni di suggerimenti ignorati, potete immaginare cosa si prova, era diventato “ GN GUR STIPATURI” ( un pestello da mortaio).

Alle prime edizioni del Festival della Canzone Arbẽreshe considerate di rodaggio, sono seguite altre trenta, accompagnate da una fitta nebbia di affabulatori e pifferai del nulla. Traditi tutti gli obiettivi di identità culturale, man mano è calato l’interesse,  ha prevalso il dilettantismo facendo venir meno anche l’aspetto aggregativo.

La continua mancanza di una struttura Festival con le figure adatte a ricoprire i ruoli importanti e specifici previsti dalla disciplina di simili manifestazioni, in questi ultimi 30 anni ha compromesso le attese di tutta la Diaspora, non è stata di aiuto a San Demetrio Corone e agli altri paesi arbẽresh e ha vaporizzato anche risorse di tutti.

L’idea Festival con le pezze giustificative per l’accesso alle risorse istituzionali, come la valorizzazione della lingua, il mantenimento delle tradizioni, del folclore e la stessa cultura della Diaspora, non si potevano nutrire con slogan ad effetto attraverso l’uso di aggettivi superlativi in mancanza di contenuti. Le millantate presenze di folle oceaniche pubblicate in pagine ufficiali e da banditori cibernetici non sono evidentemente servite ad alzare minimamente il “livello Festival”. E’ venuta a mancare ogni anno la sintesi culturale più alta, nessuna nota scientifica pubblicata,  nè tantomeno discussa. Il Festival della Canzone Arbereshe si arena al solo ed apparente  momento aggregativo per i primi anni, per poi finire scemando.

Non sono bastate le minacciose lettere del Comitato alla Rai regionale ad elemosinare qualche servizio video, magari anche ottenuto senza inviato, per la mancanza di interesse.

A soffiare sul fuoco dell’inconsistenza, puntualmente, discutibili esternazioni si susseguono ogni anni dal palco, trattato come un collettore delle istanze  tra le più varie e contraddittorie  che ripropongono una paccottiglia populista e narcisista che in 30 anni ha stravolto il festival, rendendolo uno zibaldone artistico.

L’invadenza politica ha stravolto e deluso l’aspetto valoriale  assunto nella puntualizzazione fatta nel 1986 dall’avv. Giuseppe D’Amico:<< Il festival è diventato il simbolo della nostra gente……e poiché è la bandiera di tutti gli Arberesh, non deve avere colorazioni politiche>>. 

Per 30 anni sono state ignorate tutte le attenzioni, riflessioni basilari  di ripensamento e di meditazione per un rinnovo della tematica arbẽreshe, ormai  condannata alla scomparsa. E’ venuto a mancare l’aspetto creativo-culturale e promozionale, sono state  privilegiate  furbite forzature politiche e pseudo giornalistiche, sterili per uno studio  ed una critica musicale seria utile alla salvaguardia  e alla tutela della nostra cultura nel rispetto di un sano equilibrio tra antico e nuovo, tra passato e presente senza dover far uso forzato alla partecipazione di terzi (art 1 / regol.) in assenza di sostanziali passaggi.

L’assenza di presentare uno spartito musicale, in trent’anni ha posto e  pone seri dubbi sulla inedita originalità della musica, e spesso anche dei testi. Essendo complesso lo spartito musicale in tutte le sue parti, basterebbero le chiavi delle partiture del pentagramma dei giri armonici, utili anche successivamente a utilizzare, per suonare i brani, altrimenti le nuove generazioni per suonare un brano devono reinventarsi.

Questa basilare mancanza  ha ulteriormente cresciuto l’esercito dei “mestieranti” solerti e ligi all’appuntamento  sandemetrese.

Pare che l’elenco di canzoni copiate, plagiate, siano degne di essere annoverate in un albo d’oro dei falsi d’autore o del copia-incolla.

Ma non ci si meraviglia che tutto accada in  ambienti come i nostri dove, alle carenti conoscenze in materia  subentrino il copia e incolla, dove si fanno proprie le idee degli altri, in un modo arrogante , sfacciato e presuntuoso tipico di residui di sudditanze e di altre patologie.

Investire i soldi dello Stato per decenni, dimenticandosi della materia prima e gli obiettivi del Festival, non è una distrazione da poco. L’effimero è facile da costruire, un pò meno sono gli aspetti pregnanti della nostra cultura materiale e immateriale.

Il canto arbẽresh è un bene culturale tutelato:

     Art. 2

(Definizione di bene culturale)

In attuazione della legge 15.12.1999, n 482, dell’art. 56, lettera “r” dello Statuto regionale e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali costituiscono bene culturale dei Comuni di cui all’articolo 1 della presente legge, la lingua, il patrimonio letterario, storico ed archivistico, il rito religioso, il canto, la musica e la danza popolare, il teatro, le arti figurative e l’arte sacra, le peculiarità urbanistiche, architettoniche e monumentali, gli insediamenti abitativi antichi, le istituzioni educative, formative e religiose storiche, le tradizioni popolari, la cultura materiale, il costume popolare, l’artigianato tipico e artistico, la tipicizzazione dei prodotti agro-alimentari, la gastronomia tipica, e qualsiasi altro aspetto della cultura materiale e sociale.

Attualmente il Festival Della Canzone Arbereshe risulta istituzionalizzato  con la legge 15 regionale del 2003, di questo parleremo nella seconda parte.

Quindi è una cosa seria, tutta “l’apparenza” che ruota con l’effimero non produce bene.

Selfarsi, per dire io c’ero, non crea mentalità collettiva identitaria,  ne crea il Festival di San Remo, crea solo, il paolino di turno.

Mille scatti di selfi  e di foto alla “Paolino” non fanno raggiungere standart  da star Holliwoodiana, ne a creare un Paul Newman, né riempire di prestigio i numerosi tifosi del mettersi in mostra.

Ci vuole un gran lavoro dietro un Festival e soprattutto quando è finanziato con i sodi pubblici di tutti quanti noi, perché con i soldi propri, ognuno può fare quello che vuole.

Il Festival della Canzone Arbereshe per le sue specifiche finalità valoriali non può essere una “Prenotazione Last Minute” riassunto dentro qualche ora tra passerelle, ricchi premi  da tredicesime d’oro estive e papion.

Cosa bisogna fare per cambiare questo zibaldone artistico improduttivo?

Cosa bisogna fare per migliorare il Festival della Canzone Arbẽreshe?

 

PROPOSTA

La mia proposta non ha dell’assoluto ma, impone una pausa di riflessione e di serio dibattito.

Il Festival non permette velocità a senso unico e con un solo macchinista ma, permette di far respirare a tutti, per poter coglier gli aspetti contenutistici e quelli in prospettiva futura, denunciandone le fragilità.

Comprendiamo bene il possesso “del giocattolo è mio e guai a chi me lo tocca”, almeno giocate culturalmente  bene, seriamente bene, ascoltate i suggerimenti di chiunque. Fermatevi un po’, rilassatevi, in fondo non si chiede tanto, solo un lungo respiro e una pausa che separi il respiro retorico, per dirlo in chiave musicale, come il musicista di jazz pende fiato tra le varie suonate.

 Per riempire il contenitore Festival della Canzone Arbereshe nelle sue finalità culturali e strutturali, occorre per prima cosa, avere l’umiltà di :

 

  • RIAVVOLGERE IL NASTRO e contare sulla politica dell’ascolto e riflettere sulle finalità secondo l’ideatore del Festival avv. Giuseppe D’Amico e soprattutto ricordarsi che il Festival della Canzone Arbẽreshe è di tutti.

     PIANIFICARE il Festival della Canzone Arbẽreshe significa riempirlo di contenuti culturali e        strutturali individuando un:

COMITATO FESTIVAL regolato dall’ordinamento civile italiano e disciplinato negli art. 39 e 42 del Codice civile che sceglie, insieme al parere dell’Assessorato Al Festival del Comune di San Demetrio Corone, le figure annuali del Direttore Artistico e Direttore Organizzativo;

UN DIRETTORE ARTISTICO

qualcuno che sappia veramente di che cosa si stia parlando per avere una idea chiara di quello che si vuole andare a fare , sicuramente convinto di mettere su una squadra nei vari comparti, di persone umilmente competenti che abbiano motivazioni e passione.

Un direttore artistico capace e rispettoso delle discipline demo-etno-antropologiche nelle dinamiche di quella che dovrebbe essere la cultura del Festival della Canzone Arbẽreshe. Definisce insieme al direttore organizzativo le risorse necessarie, economiche, professionali ed organizzative dopo aver individuato il luogo adatto alla manifestazione (la location).

Il direttore artistico valuta e seleziona le canzoni e lo spettacolo da proporre, cerca le professionalità tecniche più adeguate per definire il contenuto della campagna promozionale e si occupa contattare enti pubblici e soggetti privati che favoriscono la crescita dell’iniziativa.

Segue le prove  e verifica anche tutti gli aspetti tecnici dell’acustica e del sonoro luci, riprese, scenografie e garantisce tutto il materiale per elaborare le proposte  di convegni e rassegne per soddisfare tutti gli obiettivi finalizzati all’essistenza del Festival e soprattutto a promuovere il nostro patrimonio materiale e immateriale a fini culturali e turistici e a porre le basi per  garantire un tassello nel mosaico del comune sforzo di non perdere la lingua, una nicchia di sopravvivenza, arginando lo spopolamento in atto nei nostri paesi arbẽresh.

Al direttore artistico spetta il compito dell’innovazione e la scelta delle belle canzoni senza le cretinate degli insindacabili giudizi di fantomatici comitati, mai esistiti, o meglio infornati a tarallucci e vino.

UN DIRETTORE ORGANIZZATIVO,

 definisce possibili sinergie con il direttore artistico ed insieme fanno partire la struttura del Festival della Canzone Arbereshe, già definita nella sua parte giuridica , con un luogo fisico definito e una stanza dove poter andare a bussare alla porta alla bisogna. Un luogo comune che non richieda ulteriori presenze  di gestione ma inglobi essenzialmente il materiale tecnico-amministrativo adeguato e programmato al suo format.

Se dovesse capitare come sede istituzionale il Comune di San Demetrio Corone, tanto meglio, perché utile e sussidiaria risulterebbe la presenza dell’Assessorato creato per il Festival che, rispettoso della grande tradizione della filosofia classica che sostiene la parola politica, garantirà sicuramente il patrocinio istituzionale e le risorse per l’attuazione, nonostante Il Festival Della Canzone Arbẽreshe risulti finanziabile con un articolo della legge 15 del 2003 regionale calabrese, legge sulle minoranze linguistiche.

Se fosse il Comune di San Demetrio Corone unico a gestire, cosa discutibile, dovrebbe indire, in ogni caso, una sorta di gara aperta a tutti per individuare soggetti con comprovate esperienze curriculari a formare  un Comitato Festival e mantenere lontano i residuati galoppini proni ai politici.

Intanto bisogna dire che gli obblighi del Comune dovrebbero essere tantissimi per un Festival istituzionalizzato grazie alla pressione del Comitato storico sull’0n. Guagliardi, ideatore della legge 15 regionale sulle minoranze. Parleremo nella seconda parte

  • UN REGOLAMENTO

Per rispetto alla storia, prima di tutto bisogna decidere che tipo di Festival fare, quello voluto dall’ideatore o quello desiderato per soddisfare altre esigenze.

Se si vogliono rispettare le nobili finalità in origine allora sarà meglio rivedere l’art n°1: Possono partecipare al Festival gli autori di canzoni inedite esclusivamente in lingua Arbẽrisht / Italo-albanese. La lingua Shqipe può attendere ancora dal momento che parliamo e dobbiamo ancora salvare l’ ARBERISHT, ma, soprattutto perché, è “ Festival della Canzone Arbẽreshe” e sono auspicabili partecipazioni dai balcani,  dietro una preventiva e strategica tutela dell’Arberisht, altrimenti  prendiamo in giro noi e lo Stato Italiano, e non è serio.

LO SPARTITO MUSICALE

C’è tanta complessità in uno spartito musicale completo, comunque, la canzone presentata dovrebbe essere corredata dal proprio spartito musicale, o dalle chiavi del pentagramma oppure da  giri armonici di riferimento, se si vuole fare sintesi di cultura. Spetta al Direttore Artistico e al presidente del Comitato Festival firmare le comunicazioni di interesse, altre firme aggiuntive sarebbero incomprensibili.

GIURIA

Bisogna decidere, se continuare a tarallucci e vino oppure creare una giuria che rispetti gli obblighi e gli obbiettivi istituzionali di un festival serio.

Senza voler mancare di rispetto all’intelligenza di tutti i componenti della giuria succedutisi in tutti questi anni , viene  spontaneo avanzare dei dubbi  sulla loro concreta incisività, visto il deludente risultato dal punto di vista etnografico che strutturale di una giuria. Sono noti a tutti, i motivi sull’abbondanza di giurati.

Una decina di figure competenti in giuria a questo festival sarebbero la soluzione ideale a salvare i contenuti, e poi libertà ad altre miriadi di giurie sparse ovunque, voti dal pubblico e con tutti i mezzi a disposizione a gogò etc.;

importante è capire la “ PASTA” della  serata e a “ COSA” servirà il giorno dopo.

Sindaci, assessori, gli amici degli amici non si invitano per fare numero in giuria, loro vanno ,comunque, invitati ufficialmente.

Occorre un piccolo sforzo empatico e sinergico per incidere e lavorare bene per favorire finalità condivise e non presunte.

Tolta la numerosa giuria, tolti i famigliari dei concorrenti, qualche appassionato esterno o rientrato per le ferie, tolto lo spazio regale che lasciate, tolte molte sedie vuote, di numeroso pubblico neanche l’ombra. Il pubblico che passeggia oltre i confini del piazzale S. Nilo (ricordatelo ogni tanto) è più interessato ad altro che al Festival.

 OSPITI

A San Demetrio Corone  ogni ospite  è benvenuto  in tutta la sua  performance artistica. La musica ha un suo linguaggio ed è piacevolmente recepito, forse quello che non viene recepito bene è il commento forzato a giustificare la presenza di un determinato artista nel nostro contesto. Ecco perché decidere che tipo di festival fare, perché è un terreno complesso  ed è facile scivolare.

Non può sfuggire a critici  ed opinionisti in materia l’uso convenevole che si fà della  parola CONTAMINAZIONE, abusata, logorata e consumata e tipica da mestieranti, che dice tutto e niente. La mente ci trasporta a padre Cristofaro di manzoniana memoria, ospite di Don Rodrigo, attorno ad una tavola imbandita, portava tutte le strade a Roma; faceva convergere temi diversi su un punto a lui noto, sono espedienti vecchi.

 INNOVAZIONE

Difficile innovare, quando non si è mai partiti, eppure già dai primi anni fanno capolino un paio di canzoni con essenze di rinnovamento generazionale; ne conosco almeno 5 canzoni tra le quali, IKE melodia moderna a beguine sincopata, la musica HIP HOP del RAP di una altra canzone partecipante, la stessa MOS ME Cai  oppure SOT U SGJOVA .

Se si parla di  nostre contaminazioni musicali sulla scia della WORLD MUSIC degli anni fine 80, fatta di musica popolare, di tradizione etnica e folk è un discorso sempre piacevole,  anche sui suoni percussivi, un po’ anzianotti. Diversa e la contaminazione, sempre egregiamente e con successo innovata e rappresentata bene nelle molteplici versioni, dagli amici della PEPPA MARRITI BAND.

Si fa sempre in tempo a cercare contenuti, prospettive e innovazione al Festival.

PER RIGENERARE BISOGNA DECIDERE CHE TIPO DI FESTIVAL FARE E STABILIRE IL SUO PERCORSO SERIO.

Fin quì la critica sulle evidenti carenze di base del festival

Però bisogna parlare anche dei tanti aspetti positivi, anche se non sufficienti a colmare il vuoto del contenitore festival.

Certamente in questi ultimi 30 anni non solo note stonate, perché grazie al settore dei cantanti partecipanti, anche se cercati con il lumicino, si è comunque avvertita la prossimità di una lingua diversa. Sono tantissime le belle canzoni presentate da voci esperte e musicisti all’altezza, a parte i mestieranti. Tutto il comparto andrebbe organizzato.

CONDUZIONE

 Per la presentazione del Festival non c’è molto da dire, almeno positivo dal punto di vista estetico. Sempre eleganti  i conduttori e le conduttrici.

Quello che potrebbe preoccupare è la carenza di dettagli e l’uso ripetitivo di sinonimi di un vocabolario striminzito e già noto dai primi anni, come se, veramente il Festival della Canzone Arbẽreshe si fosse fermato 30 anni fa senza nessun progresso.  Ma è normale quando non si è pianificato nulla.

Riempire dell’essenziale non significa solo la scaletta indice e l’uso sfrenato di aggettivi superlativi, ci vogliono contenuti come i punti chiave.

Non c’è mai stata una ossatura del lavoro che necessitava.

Su molti altri aspetti  ci occuperemo la settimana prossima, non escluso l’aspetto del preliminare giuridico in atto , partendo dalla domanda che sorge spontanea:

DI CHI E’ IL FESTIVAL?

 

……… e la storia continua………..