Mese: aprile 2019

CORTO CIRCUITO TRA ALCUNE LUMINARIE E LO SPIRITO DEL LUOGO – GENIUS LOCI                                                                               diAngelo Lino Luzzi

CORTO CIRCUITO TRA ALCUNE LUMINARIE E LO SPIRITO DEL LUOGO – GENIUS LOCI diAngelo Lino Luzzi

Fontana dei Monaci – Fine 1600 – Collegio Sant’Adriano – San Demetrio Corone

 

CORTO CIRCUITO TRA ALCUNE LUMINARIE E LO SPIRITO DEL LUOGO

(  Scatta il differenziale di protezione )

 

Le feste religiose paesane a San Demetrio Corone, hanno sempre racchiuso tutto l’antico sapore dell’infanzia e non possono assolutamente essere contaminate, in alcuni luoghi da luminarie di consumismo che contrastano con una particolare usanza e cultura religiosa.

Queste luminarie artistiche sono belle e  vanno bene ovunque, anche da noi, lungo le strade, nei parchi nelle piazze per la gioia dei bambini ma mai addossate ai luoghi di tutela. A maggior ragione nel caso in esame alla “Fontana dei Monaci”, appuntamento esclusivo del rito “rubare l’acqua” in silenzio,  ogni Sabato Santo , bere l’acqua e scambiarsi gli auguri pasquali con il KRISTOS ANESTI e raggiungere con i canti, la piazza della chiesa madre per dar fuoco alla QERRADONNULA, un falò che arderà tutta la notte fino alla benedizione dopo la Messa dell’Alba. Subito dopo ognuno preleverà un carbone ancora ardente per portarlo a casa secondo tradizione.

La Fontana dei monaci risale alla fine del 1600. Abbandonata a se stessa non è stata mai presa in considerazione nonostante si perpetui ogni anno nella notte del Sabato Santo di Pasqua il rito del” rubare l’acqua” in silenzio. E’ rimasta una fontana senza una adeguata attenzione all’ambiente e al “bene storico”, e senza una adeguata attenzione a corpi illuminanti degni di aree come questa. Creare un miscuglio di tipologie diverse di luci in zona storica di per sé sbagliato, mette a rischio quel poco di atmosfera che riuscivamo a portarci appresso dall’infanzia.

Contro questo rischio, anche quando parliamo di “anima dei luoghi” ( Shpirti Vendit) e di sentimento dei luoghi, occorre ribadirne la “storicità”, coglierne i legami complessi che con esso si sono stabiliti nei secoli. Non mi si venga a dire che è moderno e allora…..,

quindi noi “moderni” cosa siamo, cosa rappresentiamo, dove stiamo andando a finire…… ?

La lingua inesorabilmente, a causa dello spopolamento del paese, è oramai al lumicino, mentre si cerca di mostrare a se stessi ed agli altri ciò che siamo o forse ciò che qualcuno pensa, con un buon lavaggio di cervello, architettato a dovere, di rappresentare e di imporre agli altri, credendo così di avere una grande considerazione fuori dal suo guscio per come mi è capitato constatare negli anni e anche nel film Arberia  (prossima opinione).

Io penso che non è con queste forme moderne o moderniste forzatamente  inserite in un forte  contesto di nobili tradizioni,  possiamo risolvere i nostri problemi, anzi li accentuiamo di più per il semplice fatto di annebbiare la vera nostra identità. Ebbene cerchiamo di salvare il salvabile, riscoprendo ciò che eravamo e non accodandoci a ciò che vorrebbero che noi fossimo.

Forse questo nostro legame con i luoghi, con le memorie, con i simboli e con i riti di una secolare e millenaria tradizione  possono aiutarci a riflettere, a farci capire:

cosa potremmo ancora perdere, cosa dovremmo difendere per noi e per gli altri e mantenere fermi quello che siamo riusciti a conservare. La nostra comunità non è ancora perduta, la sua anima  batte ancora e  chiede ascolto.

Questo vuol dire che dovremmo stabilire un patto con questi nostri luoghi, fare una dichiarazione di affetto e di amore, non soltanto a parole. Dovremmo proteggerli, difenderli. Quel luogo nel quale ci riconosciamo dovrebbe essere protetto, sottratto alle “speculazioni”, segnalato da eventuali  rischi, curato e riguardato. Andrebbe visitato come si fa con le persone care, circondato da premura e da cura, quindi messo a riparo, ma vivo!

 

Nb. La chiesa di Sant’Adriano non merita occasionali lampade da stadio di calcio con in giro temperature di luci calde e fredde come fossero optional. Andrebbero rimosse le cause che producono il black-out alle lampade esistenti oppure passare ad altri rimedi..

Si può fare. Lo stesso tipo di lampade sono state installate a centinaia nell’Isola di Saccasessola a Venezia da parte di giovani sandemetresi e, in una zona sono regolate con la domotica e a distanza di oltre un decennio, sono tutt’ora funzionanti.

 

VIDEO rito del  Rubare L’acqua preaao la Fontana dei Monaci e la Qierradonulla ( Il falò)