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IL PRESEPE, FRA TRADIZIONE,APPARTENENZA E ISTITUTI SCOLASTICI

 

 

 

 

I L   P R E S E P E

 Tra Tradizione , Appartenenza ed Istituti scolastici.

(In alcune scuole, incultura e gran confusione)

di Angelo Lino Luzzi

E meno male che la tradizione del presepe resiste vicino all’albero di Natale  , non solo come inutile decorazione, ma di atteso Evento, di intimo e di Verità. In qualsiasi tradizione famigliare di pratica e fede cristiana , non si ha difficoltà a rispondere alla domanda sulla Verità in Cristo. Nel Vangelo,  Cristo annuncia una grande verità quando dice:<< Io sono la via, la verità e a la vita…..>>. Allora, prima di andare avanti, bisogna decidere quando si parla e si agisce, se si crede in Cristo oppure no, quindi in Dio e in che modo.

Mi torna in mente il seminario sul “Natale nel rito Bizantino” di papàs Vincenzo Matrangolo da Acquaformosa e quando ebbe a dire :<< ….non si può essere ne carne e ne pesce>>.

Legato come sono  alle  tradizioni, alle radici e agli ideali e culture varie e volendo capire le ragioni dell’altro, non ho difficoltà di critica ed apertura al superamento delle difficoltà di presidi ed insegnanti confusi è agnostici che potrebbero  condurre all’anarchia, violenza, aggressività e confusione. Si può rispettare la laicità della scuola nei limiti concessi dalla nostra Costituzione.

 Sul presepe in alcune scuole, una gran confusione

Sarà difficile ottenere chiarimenti da parte di queste scuole, da questi insegnanti e presidi che per eliminare il presepe, si giustificano, “per non offendere gli alunni di cultura religiosa diversa”. Si comprende in queste scuole come sia venuto meno il reale contenuto culturale del chiarire.  Il loro ritardato appello sul principio della laicità della scuola  sarebbe stato più motivato se considerato all’interno nel reciproco rispetto degli articoli della nostra Costituzione che riconosce ogni diversità, purchè,  non  in contrasto con i princìpi sanciti dalla  stessa.

Prima di aprire bocca, farebbe bene questo tipo di personale insegnante ad essere più responsabile. A tutte quelle culture diverse sarebbe doveroso un invito e cioè, prima di ogni reclamo, i loro Stati andassero a concludere prima i concordati bilaterali con l’Italia e soprattutto riflettere sull’atteggiamento a casa loro che hanno  verso quelli che come me per quasi 5 anni hanno vissuto con rispetto ogni loro restrizione ad iniziare dall’anuncio in aereo, prima di atterrare, con l’invito ai passeggeri sulle condizioni di comportamento imposte dallo Stato ospitante.

Questi ( educatori )  che vogliono abolire a scuola il presepe e altri simboli, non si rendono conto del messaggio che danno sia agli immigrati non cristiani che ai piccoli cristianì,

cioè l’impressione che siamo un popolo senza tradizioni e magari, se le abbiamo contano poco, tanto da metterle da parte nel rispetto delle altrui tradizioni.

Se così fosse, sarebbe un pensiero infelice indirizzato a futuri scontri tra civiltà, nonostante la già  preoccupante considerazione sulla preparazione del personale insegnante in quelle scuole.

Mi chiedo, siamo sicuri delle radici su cui si fonda la nostra Costituzione?

siamo sicuri delle ragioni che hanno alimentato il nostro passato?

vogliamo rassegnarci alla scomparsa del presepe, come dire del nostro paese e del nostro antico mondo culturale?

Siamo sicuri dell’appartenenza e  di vivere il Natale?

Siamo sicuri  di quelli che si considerano credenti siano credibili se confondono ogni cosa  con il Natale solo dei panettoni, solo il Natale delle pubblicità, solo dei soldi, solo delle stravaganze alle luminarie e alle scimmiottature televisive?

Tralascio, per adesso, addentrarmi alle cause e in molti altri aspetti anche religiosi che inficiano la eventuale crisi della Chiesa, se c’è, e che non nasce oggi. Certamente parte tutto dal modernismo sfrenato che ha messo in crisi Scuola, Chiesa e Famiglia per come la strage in discoteca a Corinaldo indigna tutti.

Il portar rispetto a tutti coloro che non vogliono il presepe, vuol dire anche un  elogio allo loro palesata ignoranza intesa di quel insegnante, di quel dirigente scolastico che ignora e non chiarisce e non riflette sulla trascendenza e immanenza, ma parla, decide di fare come vuole e arbitrariamente all’interno del proprio istituto scolastico.

Da povero osservatore rallento la mia critica senza scomodare neppure Kant su quella  della ragione pura”,  invito quegli insegnanti almeno ad aggiornarsi sulle riflessioni fatte dal Ministro della pubblica Istruzione Bussetti  alle risposte al question time alla Camera sul tema presepe a scuola : “I simboli della tradizione cattolica, come il presepe e i canti natalizi, fanno parte della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni e della nostra identità. La scuola rappresenti il luogo in cui sono valorizzate le più alte espressioni dei valori fondanti della nostra cultura, come la celebrazione del Santo Natale”.

Sò che è anche duro l’aggiornamento nelle scuole per gli insegnanti , possibile solo se lo stato li paga, tutti gli altri lo fanno con i propri soldi.

In attesa di dipanare la gran confusione a scuola sui presepi, alla mia critica segue una proposta per tutti quegli insegnanti agnostici:

di organizzare il presepe nelle scuole con elementi anche rappresentanti ogni forma di cultura religiosa diversa, almeno di quelle presenti nell’istituto, e senza offendere nessuno, il presepe assumerebbe un aspetto inclusivo e di apertura alla riflessione, all’integrazione e alla convivenza con culture diverse.

La mia pluriennale esperienza per lavoro in Medio Oriente, a Taif-Al Hada , vicino alla Mecca, nel cuore religioso in Arabia Saudita, e poi anche in Africa, mi consentono di suggerire con la semplicità di anima ingenua  che i Musulmani condividono il nostro Dio con il loro Allah, riconoscono Gesù Cristo (come Profeta per una parte del Nuovo Testamento ), ma non come il Messia e che riconoscono Miriam, Maria come sua madre.

Nel Corano, in questo versetto vengono menzionati tre meriti per Maryam (as). Ella era una delle devote (Qanitah), attestò la veridicità delle parole del Signore (Siddiqah) ed infine ricevette lo spirito di Allah (SwT).

In un altro versetto, nel terzo capitolo, le si conferisce un altro importante merito:

“E quando gli angeli dissero:- In verità, o Maryam, Allah ti ha eletta, ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo-” (Sacro Corano, Sura ali-°Imran, 3:42), direi

Abbastanza elementi condivisibili per un dibattito di riflessione inter-culturale nelle scuole, lontano dall’esclusione del presepe e dei canti o crocefissi vari.

Sperando la proposta del presepe inclusivo in classe sia cosa utile, in occasione del Santo Natale, per la gioia di tanti, uno spaccato locale di antropologia visiva con il PRESEPE VIVENTE 2006 a San Demetrio Corone, organizzato dal locale istituto scolastico (primaria e second.) : preside-direttore  prof. Demetrio Ieno, con la partecipazione fattiva del corpo insegnante e dei genitori degli alunni ed altri enti. Il documentario diviso in due parti, è sempre rintracciabile nel sito:

collegiosantadrianosite.wordpress.com                    canale You tube LinoLuzziVideo

L’Associazione Culturale  Shpirti Vendit-Genius Loci augura a tutti Buone Feste.

PRIMA PARTE FILMATO

 

SECONDA  E ULTIMA PARTE FILMATO

PAPAS GIUSEPPE FARACO

PAPAS GIUSEPPE FARACO

 

        PAPAS GIUSEPPE FARACO

di

LINO LUZZI

     In sua memoria 2018-

 

Le prime riunioni sono state sufficienti a percepire l’aria che tirava, la solita ereditata nel nostro paese, il solito clima di protagonismo egocentrico e silenzioso, lo stesso che ha portato San Demetrio Corone allo stato attuale e che emerge man mano in quella microstoria che cerco di raccontare nel sito.

Le prime due serate programmate alla memoria, hanno evidenziato un gran clima di gioia e di affetto degli Zjarrini che li univa a Zoti Giusep, zjarrini per altro abilmente radunati da Damiano Guagliardi, già tra i primi protagonisti del gruppo Zjarri.

Ideare  e sviluppare un’idea è più facile a dirlo che a farlo, per cui trovare posto sul carro avviato, ogni volpe ha voluto sistemarsi il giaciglio in uno spazio più o meno dignitoso.

Metto subito il freno a mano al mio pensiero critico per concelebrare con gioia la comunione degli affetti verso Zoti Giusep, affetti tra l’altro manifestati personalmente al nostro presidente FAA Damiano Guagliardi, nei preliminari dell’evento in memoria di Zoti Giusep , ideato da lui .

Quando si pensa a Zoti Giusepp affiorano subito i ricordi di quel vissuto dove sentimenti di gratitudine e di riconoscenza si coniugano a sentimenti di affetto.

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La mia condizione umana e sociale nonché quella culturale ha sempre attinto, alla bisogna, al suo insegnamento e  alla sua amicizia.

Oltre alla sua missione religiosa ed educatrice, ha gettato le basi per la realizzazione di un Progetto Culturale sulla nostra identità, alla quale spesso facevo domande, ricevendo risposte razionali con sfumature esaltanti.

Per un periodo ho rincorso,  quel suo articolato progetto culturale che ho approfondito, tra l’altro, attraverso un suo pregevole elaborato, catturato e fotocopiato nella pubblicazione delle “Mille Culture” del prof. Uderico Bernardi e che custodisco.

Certe mie convinzioni e le speranze che avevo riposto al nostro patrimonio etnico sono sprofondate quando in seguito alla sua morte nessuno ha proseguito il suo progetto.

Sono andato a rileggere quel quadro storico e culturale delle minoranze albanesi in Calabria che aveva scritto e ho tracciato subito gli estremi della nostra identità negata dalla politica, iniziata nel novembre del 1471 dai Lopes e conclusa nel 2 di Novembre 1998 con la scomparsa di don Giuseppe Faraco.

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Certo non ci vogliono scienziati a delineare anche l’aspetto critico della sua personalità, per me è stato sempre un prete anticonformista, come dire, alla Papa Francesco.

Con la sua formazione umana e cristiana ha inculcato in tutti e in modo profondo, i valori fondamentali della vita, ha aiutato a crescere, ha spinto molti verso traguardi della serietà, dell’onestà e della moralità.

Dalle sequenze della mia videoteca, in tanti convegni, emerge la sua anima a spendersi per gli altri, direi anima comunista, non per attività politica quanto interessato al sociale, alla cultura viva di appartenenza e  alla convinzione che il nostro patrimonio identitario sarebbe potuto essere utilizzato come risorsa. Mi viene da ridere ed è paradossale quando la politica pretende tracciare quadri esaustivi su Zoti Giusep.

Rimandando ogni approfondimento nel sito, concludo questa mia testimonianza di affetto con qualche aneddoto ed un video, consentitemi  ricordare la fondazione del gruppo folcloristico Zjarri, la rivista culturale scientifica internazionale Zjarri, così forte da penetrare in Albania ai tempi di Enver Hoxha, e ottenere conferita  la cittadinanza onoraria per i suoi meriti culturali a Zoti Giusep.

Ha dato vita ad una ricca Biblioteca, alla Sagra del Costume Arbereshe, piuttosto a conoscere le origini della parlata di Vaccarizzo attraverso lo scienziato linguista americano Eric Hamp, ha dato condivisione al dar vita alla RLA Radio Libera Arbereshe, la Prima radio libera  definita Arbereshe.Appena ho trovato il libro ” La causa dei cento anni”  di Vincenzo Feraudo melo ha chiesto in prestito perchè introvabile, me lo ha consegnato davanti al solito biccherino di grappa, fà bene al cuore, diceva.

 

                                                                      

I ricordi richiamano a qualche momento davanti al solito sorso di grappa che mioffriva, perché faceva bene al cuore, diceva, e intanto mi faceva vedere  l’archivio della chiesa e la data di battesimo di mia nonna Maria Rosa Cassiano, ricordata in omelia al suo funerale(103 anni) con queste sue parole: << Sta andando via anche un pezzo della nostra storia>>.

Infatti in una lunga intervista che mi ha concesso il giorno dei morti dopo la Panaghja, ha confessato a tutta la mia famiglia che era stata la nonna a confessargli il detto sui morti :  ESHTUNJA E TE VEDEKURAT ARDH SEMPRE—-ESHTUNJA E SHALE ARDHET MAI

E’ Stata la nonna a parlare con mia madre  sui nomignoli delle ghjtonie come RAQI LOCKRAVET, intuito da me  come LOSHI RA -RET, il vicinato degli antichi, degli antenati, degli avi, il vecchio vicinato, direi il più antico insediamento stanziale dei primi albanesi che hanno ripopolato  San Demetrio, appunto rione Marzile.

Ho raccontato ciò per ricordare un altro aneddoto  dovuto  all’onomastica, quello che ha visto  me, Zotj Giusep e il prof Jhon Tramp a Rende paese, nel ristorante di Mario Piro. Fu proprio lì che il prof. Trump incuriosito da queste mie intuizioni ebbe a dire a  Zotit Giusepp: << Lino in che cosa si è laureato?>>,  e Zoti ponendo il braccio sulla mia spalla ebbe a rispondere : << Lui di professione è un tecnico tv, elettronico in generale, ma è  un auto didatta particolare e poliedrico>>. Da allora quella conoscenza con Trump è continuata attraverso qualche mia ricerca, ho acquistato qualche suo testo, e alcuni incontri all’UNICAL, piuttosto in convegni e in Provincia di Cosenza nella Sala degli Specchi e a Vaccarizzo Albanese nel giorno della onorificenza a Eric Hump .

Questo per dire anche che mi aveva invitato ufficialmente Zoti come redazione giornalistica di Radio Shpresa a seguire i lavori di quell’importante evento storico culturale internazionale all’UNICAL.                

L’unico a chiedermi e scambiare punti di vista sui miei 5 anni trascorsi in medio oriente e in Africa tra i musulmani, l’unico a darmi insieme al Prof.  F.Altimari la partecipazione ufficiale, mediante invito come giornalista  di Radio Shpresa, dal 5 – 7 giugno 1991, sulla svolta dei rapporti culturali tra l’UNICAL e l’Università di Tirana e sui lavori SCIENTIFICI ALBANOLOGICI INTERNAZIONALI, all’Unical, a Rende e a S. Demetrio C.

Ricordo di aver intervistato il gotha della cultura scientifica albanese e successivamente in visita alla redazione di Radio Shpresa Europa 1.

                    

Zoti Giusep è stato l’unico a chiedermi e scambiare punti di vista sui 5 anni trascorsi in medio oriente e in Africa tra i musulmani

  

Abbiamo sviluppato insieme un bel progetto sulla promozione dei Beni Culturali: Chiesa di Sant’Adriano, io con l’Ufficio JAT e la Rivista Zjarri:

 LA SCUOLA ADOTTA UN MONUMENTO.   Migliaia di presenze turistiche nella chiesa di Sant’Adriano, documentate con tre registri di presenze e con altrettante annotazioni ospiti, 

anche i primi giapponesi.

                                                                                                                                                 

Il video:

FILMATI ED ELEMENTI DI ANTROPOLOGIA VISIVA

FILMATI ED ELEMENTI DI ANTROPOLOGIA VISIVA

Concedetemi qualche istanza documentaristica dettata non certo da rigidità tecnicistiche o intellettualistiche, ma dalla passione , dal bene e dal rispetto che provo per questa nostra comunità arbereshe.

I filmati pubblicati saranno privi  di sensazionalismi costruiti, di bassa lega, o estetismi fini a se stessi, non godranno delle sofisticate, fumose ed artificiose cornici.

Filmate tutti e sempre, con tutti i mezzi oggi a disposizione, ma ricordatevi, lo strumento che avete in mano è il prolungamento del cervello, mettetelo in funzione , anche quando pubblicate.  Lino