Mese: giugno 2018

TURISMO A SAN DEMETRIO CORONE TRA ZAVORRA E SPERANZA

 

TURISMO A SAN DEMETRIO CORONE TRA ZAVORRA E SPERANZA

( Una industria  mai considerata a San Demetrio Corone e nell’Unione dei Comuni “Arberia”)

di Angelo Lino Luzzi ©

 

Lo sforzo che sto compiendo con questo mio lavoro sul turismo è sostanzialmente quello di dimostrare quanto sia dannoso il perdurante semplicismo con cui si guarda il fenomeno turistico.

A San Demetrio Corone fino ad oggi solo improvvisazione, parole al vento spese sull’altare della conservazione e dei contenitori elettoralistici.  Non è difficile individuare se la situazione di stallo debba essere ascritta alla mancanza di mezzi finanziari oppure alle miopie dirigenziali e politiche, mancanza non certo ascritta alle iniziative locali che, immancabilmente hanno  creato, pianificato e agito nei limiti del possibile e “dialogato” con le istituzioni locali rivelatesi muri di gomma.

 D’altra parte, la regione Calabria, già negli anni della sua prima fase del regionalismo, non ha mai preso in considerazione il Turismo,  occupata come era a sfide diverse e  ad inseguire ed ubicare il V° centro siderurgico, la chimica e la biochimica e centri tessili mai decollati, ad occuparsi di poltrone  e di sistemare qualche rampollo di famiglia, magari senza concorso e sicuramente per meriti acquisiti.

Secondo me, furono certamente errori e scelte scellerate. Si è continuato a non scommettere sull’agricoltura, sull’enogastronomia, sull’agroindustria, sulle nostre coste, sul termalismo sull’ambiente e sul patrimonio storico-culturale. Per decenni si è proseguito con le banche dal costo del denaro alle stelle e con splendide idee “carrozzoni” tipo Cassa per il Mezzogiorno pensata per un processo veloce delle regioni del Sud, ed altri come la Svimez che ci attenziona sulla fuga di cervelli.

Tralascio le vicende della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania e la Jonica Agrumi, soltanto 50 miliardi in fumo, ma a tutto ci ha pensato il “ colpo di spugna”, sperimentato sicuramente, anche sui 4090 miliardi di vecchie lire mancanti in cassa; tralascio anche i due bidoni radioattivi in Sila, tralascio l’occupazione dei demani calabresi, degli alvei dei fiumi della sibaritide per fare agrumeti etc. Potrei proseguire fino a domani, mi chiedo una sola cosa , da anima ingenua, dov’erano stì ca….di politici e le istituzioni, cosa facevano?

A tutt’oggi è stato impossibile colmare il divario con il nord, nonostante fiumi di miliardi “spesi” malissimo,  fondi distratti da dubbie destinazioni a margine delle quali sono rimaste pubblicazioni e  protocolli prevalentemente  teorici, studi di settore, dibattiti tra fondazioni, come dire, solo fumo e arrosto per pochi. Secondo la mia modesta opinione,e senza alcun dubbio, sono convinto  che  La Questione Meridionale  sia stata l’idea più geniale dei soloni della politica, i quali anziché ritirarsi dopo le normali due legislature come servizio politico alla popolazione e continuare la loro eventuale professione, se ne erano stati capaci, hanno preferito, reinventarsi nella professione del politico , magari  creando abili e strategiche “ botteghe” ed assicurarsi un posto al sole, addossando tutte le colpe alla malavita e agli stessi calabresi indolenti, stravolgendo il pensiero pragmatico  dell’ impareggiabile storico Giuseppe Galasso.

La maggior parte dei dirigenti politici si dovrebbero vergognare per aver contribuito a mantenere parte dei Comuni della Calabria ultime periferie dell’Europa. L’opportunità di avvicinare lo Stato alle regioni ed ai comuni con il Titolo V°, secondo un pensiero diffuso, si è tradotto in opportunismo e malaffare, in spese di pellegrinaggi politici e viaggi della speranza  a favore di quel turismo calabrese stentato e mai decollato perché privo di efficacia; pellegrinaggi per un turismo orfano di una concreta pianificazione infrastrutturale regionale, e se neanche i fondi europei riescono a spendersi, paradosso  della politica, vuol dire che siamo messi molto male, , il lupo perde il pelo e non il vizio., come dire “ Aì e Dìì Ku fieu Miu”.

 Elencare qui le cause che hanno prodotto stagnazione ed immobilismo , è come aprire l’enorme coperchio della pentola di sua eminenza “Questione Meridionale” nell’intreccio strettissimo fra la struttura economica  e organizzazione politica e malaffare.

Lo stato attuale della Calabria , purtroppo stenta a colmare il divario economico con il  nord e con l’Europa e non bastano i blà blà blà televisivi giornalieri, o gli ultimi risultati elettorali  del 2018, la voragine da  colmare è  troppo  ampia e per il “carroccio” e company sarà sicuramente difficile. Far partire lavoro e occupazione, per me, significa cosa deve diventare la Calabria domani. Quale sarà il suo futuro produttivo?  Le vere e dignitose ragioni dei  calabresi sono state tradite, distratte dalle false promesse dei politicanti di turno ,di burocrati prima, e populiste poi, tanto da far apparire tutti i calabresi, creduloni, vagabondi e raccomandati (servi); tutto ciò non ha  giovato all’intelligenza della maggior parte calabresi passati dopo politiche del 2018 come  una sorta di circonvenzione di incapaci.

Nel  Blog Fendja di questo sito , segnaleremo  i problemi di questa nostra “periferia della periferia”, sperando di fare cosa utile.  Per esempio sarebbe utile che la Svimez e fondazioni di settore, oltre che a parlare di fuga dei cervelli, della povertà e disoccupazione, di malavita, di una regione che non riesce ad intercettare ed attrarre persone dall’estero, facesse una ricerca sulle capacità della politica di pianificare  programmi di largo respiro, di non mandare fondi europei indietro, magari destinati a progetti di produzione agricola vino-olio e d altro, o forse c’è una saturazione di produzione ?  Perché in Calabria corre voce che da qualche tempo sta emergendo sempre più la cultura dell’olio e del vino tra i” produttori politici”, mentre altri destinatari aspettano i ritardi dei progetti regionali.

E’ cosa risaputa da tutti  che, se avessero, nel tempo, diviso alla popolazione tutti i miliardi spesi fino ad oggi per la Calabria  con vincolo di creare ogni propria aspettativa, oggi ogni famiglia calabrese avrebbe raggiunto un tenore ed una qualità di vita differente.

 Visti i risultati raggiunti dai nostri rappresentanti politici , sono al massimo tre o quattro i nomi che si sono guadagnati in Calabria il piedistallo degli onori  della storia, il resto? solo politicanti.

 Come facciamo con le e pulizie ad Aprile in casa, così bisogna fare con la scopa della indignazione a pulire le zavorre per assicurarsi un futuro diverso.

  Si kjè djè esht edhè sot ,Pishku vien vrom ngà krjet

 

Ma ora, cosa fare a favore del turismo

Dovremmo ricordare che se una situazione non si può cambiare, non c’è motivo di preoccuparsi; nemmeno se si può cambiare c’è motivo di preoccuparsi: basta agire per cambiarla.

Dal  Dalai Lama

<<Non darti mai per vinto; qualunque cosa accada, non cedere; allarga il cuore; nel tuo Paese si consuma troppa energia per sviluppare la mente anziché il cuore. Sii compassionevole non solo coi tuoi amici, ma con tutti. Sii   gentile. Impegnati per portare pace nel tuo cuore e nel mondo. Datti da fare per la pace e, ancora, ti dico: non cedere. Qualunque cosa accada, qualunque cosa succeda intorno a te, non darti mai per vinto>>.

 Non si deve avere paura ad utilizzare la propria onestà, basta liberarsi dalla sudditanza, essere responsabili ci impone alla consapevolezza dei diritti  e dei doveri.

Abbiamo il dovere di riattivare la speranza nei nostri piccoli Comuni. C’è in giro ancora tanto desiderio e voglia di civiltà,  di modernità vera, qualità di vita e soprattutto benessere attraverso l’occupazione e il  lavoro. C’è troppa politica nella nostra vita, troppi burocrati, troppi furbi- troppi meschini, troppi ritardi, troppo pressapochismo, troppe persone incapaci, troppe stravaganze, troppi quaquaraquà, troppi lecchini, troppi servi.

I partiti sono indispensabili alla democrazia ma hanno compito di indirizzo, inclusivi al dibattito aperto ma,  non possiamo lasciar  decidere troppe cose della nostra vita a chicchesia si alza la mattina , con il mazzo di chiavi della città sulla cintola,  come le chiavi delle nostre antiche nonne, custodi delle mense di casa. C’è bisogno di dialogo e di mettere in funzione lo Statuto Comunale e i capitoli sulla Partecipazione attiva della popolazione, attivare i Tavoli di conferenza delle associazioni e operatori economici.

Nel nostro comune sono nati alcuni B&B, ho provato e provo immensa gioia, altri stanno nascendo, altri attendono da anni: una cosa è certa, una parte di questi fondi  sapete bene che fanno parte di quella mucca dello Stato che foraggiamo tutti. I B&B nello spirito della legge hanno creato una nuova e bella esperienza per i visitatori, come dire una possibilità più genuina, che non trova supporto locale a favore del Turismo Culturale e Sostenibile ed Enogastronomico, da sempre promosso dalla nostra Associazione Shpirti Vendit-Genius Loci.

Mi sento di avere le carte in regola se mi permetto di dare qualche consiglio ai B&B, a essere inclusivi e dialogare con la gente e non fare come i politici che, coltivano solo il loro orticello. Dialogare perché, è un motivo di arricchimento condividere programmi ed aspettative generali, almeno arginare il fenomeno degli strafalcioni e tanti errori sulla nostra storia e sulla nostre tradizioni arbereshe.

Leggiamo anche da fonti considerate attendibili, avvenimenti di dubbia realtà storica. Non parliamo degli sprovveduti locali e di importazione perennemente guidati dal copia e incolla in un travaso di bottiglie ormai diventato aceto che offrono al malcapitato turista. Vi risparmio altre mie “divagazioni” ho già pronto un angolo di satira nel sito : I FALSI D’AUTORE.

A margine della mia trentennale esperienza sul campo, posso dire che,

per fare Turismo Culturale Sostenibile Enogastronomico, occorre istruzione, esperienza, mentalità collettiva con buona dose di presa di coscienza del nostro territorio e di tutto il patrimonio materiale ed immateriale che custodisce.

Sviluppare una  mentalità collettiva significa lavorare insieme più intensamente per far emergere la società e farla pesare autonomamente , depotenziando l’attuale partitocrazia clientelare e la presenza opprimente, asfissiante e servile di politicanti  e muzzunari, per come li descrive Camilleri.

Nel territorio del nostro Nord-Est Calabria, secondo la mia opinione, occorre una immersione culturale, ci sono tante opzione che andrebbero decise se si guarda la mappatura del territorio e i problemi irrisolti che impediscono lo sviluppo del potenziale risorse, perchè solo attraverso l’interazione tra zone forti ( pianura di Sibari) e quella nostra montana ed agricola, può realizzarsi una scommessa, un progetto, un patto.

Le infrastrutture sono necessarie, legittima la viabilità Sibari-Sila pensata da Giacomo Mancini nel 1966  in un convegno nello storico cinema Iris di San Demetrio Corone. Peccato sia tramutata oggi in una vergognosa realtà,  se la paragoniamo ad grattacielo iniziato  dal 15° piano, nonostante i primi  28 milioni di euro disponibili.

Su questo dedicherò qualche mia riflessione nel sito

Perseverare negli errori e far cattivo uso dei municipi, non fà altro che produrre povertà,  ritardi e spopolamento dei paesi.

Il perdurante semplicismo sul turismo ha prodotto seri ritardi anche culturali dovuti a inesperienze e preparazione ; basti pensare ai grotteschi usi ed abusi  nell’utilizzo della parola “Evento” senza comprenderne la portata. Non parliamo dell’abuso di linguaggi così detti: alla  “moda”, all’american style , fashion, glamour, rivelatesi devastanti . Copiare  gli altri poi, è lo sport preferito seguito dal perseverare all’uso di scimmiottature televisive che, in molte occasioni, offendono e contrastano con la nostra originale tradizione arbëreshe e spesso si tramutano in eclatanti stravaganze, e il nostro paese fa scuola a molti, se si pensa ad un assessorato al Festival della Canzone Arbereshe , forse anche leggittimo se non cozzasse con la mia modesta opinione ( di anima ingenua)secondo la quale tolti i primi  3 anni iniziali di rodaggio, il Festival è ancora in attesa, dopo 37 anni, di trovare la sua particolare stella cometa, per ciò definirlo un contenitore culturalmente e strutturalmente vuoto vuole essere uno sprono alla ricerca di questa stella.

Il turismo non è stravaganza, non può essere rappresentato  da una bocca piena che tracima solo aria, il turismo culturale, sostenibile ed enogastronomico non è una cosa vaga, non è la seconda casa al mare, non è un ponte arrugginito al cospetto della sibaritide;  tante città  del mondo hanno un ponte famoso , a Venezia dei Sospiri, a San Demetrio dei Sospesi. Un ponte vergognosamente sospeso  e fuori luogo se si considera il danno ed un suo logico tragitto. Danno alla storica fontana, sparita con la strada Roda- Buttorino e con l’altra fontana di Katafishku. Danno per la storica area di Casalicchio .

Cosa dire di queste contrade sfortunate se non: Roda,Buttorino e Casalicchio dalle plausibili antiche tracce di discendenti Illiri e il ponte della calata dei barbari.

Turismo non sono gli approssimati, scadenti ed insignificanti interventi di presunti spazi di sosta o di ristoro, inconsistenti come numero e qualità e con staccionate in legno incrociate con ferro-filato; ed a proposito di aree verdi e parchi non ne parliamo proprio perché impera il pressapochismo e la inesperienza, su quella zona verde finanziata per creare un parco.

Per qualsiasi idea nel “parco”, Tenetevitilla stretta, perché il parco non è vostro.

A San Demetrio, purtroppo si respirano forti ritardi , gli stessi che hanno impedito lo sviluppo e impediscono di fare sintesi intorno a proposte di progetti creativi ed efficaci .

Zavorre che impediscono agli ingranaggi della meritocrazia di scorrere e fare posto alle proposte, al merito, alla progettualità, alla partecipazione, alla speranza di poter rimanere  e vivere in questa nostra cittadina destinata allo spopolamento, basta esaminare l’andamento demografico negli anni.

San Demetrio Corone  riconosciuto come paese ventoso, si è defilato ed  è stato incapace negli anni di spazzare via quell’aria satura generata in 50 anni che lo ha reso irrespirabile, un vento che ha fatto volare solo tante” e pesanti tegole”, regolarmente piombate sulle nostre teste, qualcuno ricorderà la tegola del dissesto finanziario?

Si  è solito dire occorre un terremoto per cambiare qualcosa, puntuale anche il terremoto abbiamo avuto, e puntualmente ha cambiato molti tetti senza che fosse caduto un mattone per terra.

La nostra associazione, sul turismo, vanta una proposta produttiva pregna di speranza e di certezze, di competenze e di professionalità per una decisa e strategica inversione di rotta, lontana dalla cultura  della rassegnazione, della rinuncia, dell’assistenzialismo, lontana dai contenitori di voti e dalle stravaganze.

Lo Statuto Comunale , pubblicato  con forti ritardi e sconosciuto ai più, invita  tutti a sedersi attorno ad un tavolo dei servizi per intenti ed azioni comuni  e per esaminare se necessario le proposte  sul turismo collettivamente.

Le lezioni di Costantino Mortati, collegiale al Sant’Adriano e le indicazioni dello Statuto Comunale sulla “ Partecipazione “ sono risultate note stonate  ai  nostri amministratori ligi a percorrere megafoni e manifesti con  gli slogans ……. Il Comune organizza…. Senza riflettere che, le amministrazioni locali per loro natura, propongono, indirizzano e partecipano dando il patrocinio, ma non potrebbero essere protagoniste  individuali con eventi ad personam ed ad escludendum altri, perché potrebbero rasentare i limiti della democrazia e  favorire il voto di scambio, oltre a compromettere la valenza di una utile mentalità collettiva.

Sono in molti a condividere in silenzio queste mie riflessioni, ma non manca chi fà della vita un compromesso e si nasconde nella sterile giustificazione  della solita rondine che non fa primavera; ma io dico, se questa rondine annuncia costantemente la primavera, anche le altre rondini cominceranno a percepirla.

Pertanto ci siamo adoperati per proporre il Turismo a San Demetrio Corone, noi ci abbiamo messo il cuore, anima, sacrificio, creatività, professionalità se andiamo a vedere tutto il percorso di volontariato e senza risorse finanziarie dagli anni 90. Abbiamo operato in favore della identità arbëreshe, già parziale patrimonio dell’Unesco e poi, operato sull’ ambiente e  natura, arte, cultura, storia, enogastronomia, e soprattutto per il nostro borgo abbiamo operato una proposta come offerta qualificata al turismo, strategica e soprattutto inclusiva come

l’EVENTO delle GIORNATE MEDIEVALI. (c)

Un Evento che coinvolge tutto il paese, e non solo, un progetto corroborato dalle start up nell’ innovazione digitale,

nel coinvolgimento dell’imprenditoria locale e nella politica dell’accoglienza e nella sicurezza, nella promozione di mostre e avvenimenti e tante altre dinamicità che arricchiscono l’offerta culturale e prolungano il soggiorno.

La proposta dell’evento “ Le Giornate Medievali” è pubblicata su questo sito.