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CORTO CIRCUITO TRA ALCUNE LUMINARIE E LO SPIRITO DEL LUOGO – GENIUS LOCI                                                                               diAngelo Lino Luzzi

CORTO CIRCUITO TRA ALCUNE LUMINARIE E LO SPIRITO DEL LUOGO – GENIUS LOCI diAngelo Lino Luzzi

Fontana dei Monaci – Fine 1600 – Collegio Sant’Adriano – San Demetrio Corone

 

CORTO CIRCUITO TRA ALCUNE LUMINARIE E LO SPIRITO DEL LUOGO

(  Scatta il differenziale di protezione )

 

Le feste religiose paesane a San Demetrio Corone, hanno sempre racchiuso tutto l’antico sapore dell’infanzia e non possono assolutamente essere contaminate, in alcuni luoghi da luminarie di consumismo che contrastano con una particolare usanza e cultura religiosa.

Queste luminarie artistiche sono belle e  vanno bene ovunque, anche da noi, lungo le strade, nei parchi nelle piazze per la gioia dei bambini ma mai addossate ai luoghi di tutela. A maggior ragione nel caso in esame alla “Fontana dei Monaci”, appuntamento esclusivo del rito “rubare l’acqua” in silenzio,  ogni Sabato Santo , bere l’acqua e scambiarsi gli auguri pasquali con il KRISTOS ANESTI e raggiungere con i canti, la piazza della chiesa madre per dar fuoco alla QERRADONNULA, un falò che arderà tutta la notte fino alla benedizione dopo la Messa dell’Alba. Subito dopo ognuno preleverà un carbone ancora ardente per portarlo a casa secondo tradizione.

La Fontana dei monaci risale alla fine del 1600. Abbandonata a se stessa non è stata mai presa in considerazione nonostante si perpetui ogni anno nella notte del Sabato Santo di Pasqua il rito del” rubare l’acqua” in silenzio. E’ rimasta una fontana senza una adeguata attenzione all’ambiente e al “bene storico”, e senza una adeguata attenzione a corpi illuminanti degni di aree come questa. Creare un miscuglio di tipologie diverse di luci in zona storica di per sé sbagliato, mette a rischio quel poco di atmosfera che riuscivamo a portarci appresso dall’infanzia.

Contro questo rischio, anche quando parliamo di “anima dei luoghi” ( Shpirti Vendit) e di sentimento dei luoghi, occorre ribadirne la “storicità”, coglierne i legami complessi che con esso si sono stabiliti nei secoli. Non mi si venga a dire che è moderno e allora…..,

quindi noi “moderni” cosa siamo, cosa rappresentiamo, dove stiamo andando a finire…… ?

La lingua inesorabilmente, a causa dello spopolamento del paese, è oramai al lumicino, mentre si cerca di mostrare a se stessi ed agli altri ciò che siamo o forse ciò che qualcuno pensa, con un buon lavaggio di cervello, architettato a dovere, di rappresentare e di imporre agli altri, credendo così di avere una grande considerazione fuori dal suo guscio per come mi è capitato constatare negli anni e anche nel film Arberia  (prossima opinione).

Io penso che non è con queste forme moderne o moderniste forzatamente  inserite in un forte  contesto di nobili tradizioni,  possiamo risolvere i nostri problemi, anzi li accentuiamo di più per il semplice fatto di annebbiare la vera nostra identità. Ebbene cerchiamo di salvare il salvabile, riscoprendo ciò che eravamo e non accodandoci a ciò che vorrebbero che noi fossimo.

Forse questo nostro legame con i luoghi, con le memorie, con i simboli e con i riti di una secolare e millenaria tradizione  possono aiutarci a riflettere, a farci capire:

cosa potremmo ancora perdere, cosa dovremmo difendere per noi e per gli altri e mantenere fermi quello che siamo riusciti a conservare. La nostra comunità non è ancora perduta, la sua anima  batte ancora e  chiede ascolto.

Questo vuol dire che dovremmo stabilire un patto con questi nostri luoghi, fare una dichiarazione di affetto e di amore, non soltanto a parole. Dovremmo proteggerli, difenderli. Quel luogo nel quale ci riconosciamo dovrebbe essere protetto, sottratto alle “speculazioni”, segnalato da eventuali  rischi, curato e riguardato. Andrebbe visitato come si fa con le persone care, circondato da premura e da cura, quindi messo a riparo, ma vivo!

 

Nb. La chiesa di Sant’Adriano non merita occasionali lampade da stadio di calcio con in giro temperature di luci calde e fredde come fossero optional. Andrebbero rimosse le cause che producono il black-out alle lampade esistenti oppure passare ad altri rimedi..

Si può fare. Lo stesso tipo di lampade sono state installate a centinaia nell’Isola di Saccasessola a Venezia da parte di giovani sandemetresi e, in una zona sono regolate con la domotica e a distanza di oltre un decennio, sono tutt’ora funzionanti.

 

VIDEO rito del  Rubare L’acqua preaao la Fontana dei Monaci e la Qierradonulla ( Il falò)

 

 

IL DEBITO PUBBLICO

 

 

 

 

 

Possiamo gestirlo noi come i Tedeschi senza Spread ?

Di Angelo LinoLuzzi

 

Il titolo lo conosciamo tutti ma, partiti di destra di sinistra, di centro, di leghe varie, di stelle del firmamento nessuno ci chiarisce come metterlo a tacere e smettere gli stati d’ansia in economia. Noi intanto sappiamo tutti una sola cosa , che viene da lontano e Bruno Vespa c’è lo ricorda e lo rinfresca nel suo salotto televisivo. Altri ci ricordano che non possiamo capire, come succede nei paesini, e altri come Banca d’Italia che ogni fine anno puntualmente ci propina il bollettino finanziario d’Italia cioè il rapporto sulla stabilità finanziaria del 2018, mette numeri e tace ma, dice anche che:  ‘La situazione finanziaria delle famiglie rimane solida, benché il calo delle quotazioni dei titoli abbia già determinato una contrazione del valore della loro ricchezza’.

Ho cercato di capire cosa legasse ricchezza delle famiglie e debito pubblico, le odierne propagande politiche sterili e una proposta prima del famoso 4 dicembre; il risultato è che qualcuno ha venduto il nostro debito pubblico senza chiederci nulla “la sovranità appartiene al popolo !!” ( Metimin) indebolendoci i BOT e i CCT.

POSSIAMO NOI GESTIRE IL DEBITO PUBBLICO  SENZA SPREAD , COME I TEDESCH ?  …. Come?

ECCO LA PROPOSTA

FORSE VIA TERMOPILI MERITA PIU’ RISPETTO

Forse, Via Termopili merita più rispetto

 

di A. Lino Luzzi  29/7/2018

 

Prima di dire e fare qualcosa nella Ghjtonia inclusiva di Via Termopili, per alcuni sciacquarsi bene bene la bocca, per altri avere l’umiltà di conoscere e chiedere a tutti coloro che la vivono e la abitano cosa significa Ghjtonia di Via Termopili. Per me, anche stile e  forma sono sostanza. Certo se è piacere di tutto il “rione”, non sarò io il bastian contrario.

Continuo ad essere profondamente deluso  dal perdurante semplicismo e la confusione con cui si guarda il fenomeno di appartenenza, antropologico, coreutico turistico e sportivo e altro; non vedo all’opera una classe dirigente responsabile e ritengo i meno adatti ad elaborare un programma lungimirante definito e chiaro che presuppone una visione di insieme del nostro piccolo paese di San Demetrio Corone e della sua collocazione in ambiti geografici superiori. Non noto alcuno  spiraglio democratico, qualche presunto  leader solitario, forse qualche capopopolo, gli altri pescano, per dirla alla Manzoni , ad  una accozzaglia eterogenea che non esclude qualche persona di valore.

Quando manca la sostanza, è comprensibile la politica di qualche fattorino della Amazon, un pony che ti porta la pizza anche votata come la preferiscono.

Questa volta si è toccato il fondo perché si è perso di vista, o mai conosciuti, gli elementi fondanti dell’esistenza umana, la materia prima in questa Ghjtonia e cosa ha rappresentato per centinaia di anni dal punto di vista antropologico nella sua struttura sociale e politica, una struttura, forse la più importante della cultura arbereshe.

La Festa di via Termopili è una cosa, tutto il resto sa di artificioso.

Il tentativo copiato e  fallito della “festa” in altra ghjtonia dimostra la bontà della materia prima, cioè chi vive le ghjtonie. Nel tentativo di allora c’è stata totale carenza di creatività, nonostante il   copia e incolla, perché in fin dei conti, forse una festa diversificata nei vari rioni non sarebbe stata male se pianificata e inglobata in un programma serio.

Avete purtroppo dimostrato di non sapervi rapportare ed incontrare  gli altri e scoprire le loro realtà che includono anche gioia e tristezza e purtroppo, quel  dolore  di “ figli del quartiere”che hanno funestato in tempi recenti questa nostra ghjtonia. Ciò nonostante avete dato fiato alle trombe con le date al banditore cibernetico per la La Festa di Via Termopili, ciò dimostra che siete totalmente fuori dalla realtà locale.

Volendo coltivare speranza per questi nostri giovani,  concludo con un auspicio e un consiglio riflettere non sulle mie parole ma su quelle di Leonardo Da Vinci che, ebbe a dire:

<< L’uomo medio guarda senza vedere,

ode senza ascoltare, tocca

senza percepire, mangia senza gustare, si muove

senza essere cosciente dei suoi spostamenti

né del suo corpo,

respira senza percepire gli odori e parla

senza prima pensare >>.

Ps: Prima di parlare e andare in tipografia, pensate prima all’attuazione della democrazia e poi al consenso.

La Ghjtonia e l’aspetto  sociale – antropologico per altro colto  da C. Pitto, P.Paolo Pasolini e da Papàs Faraco don Giuseppe non possono essere confusi con tanta leggerezza, poi ognuno nella sua corte è libero di agire tenendo conto che non rappresenta l’animo storico degli Arberesh.Via Termopili Merita Rispetto

Via Termopili all’altezza di vico II° destro – anni 60

TURISMO A SAN DEMETRIO CORONE TRA ZAVORRA E SPERANZA

 

TURISMO A SAN DEMETRIO CORONE TRA ZAVORRA E SPERANZA

( Una industria  mai considerata a San Demetrio Corone e nell’Unione dei Comuni “Arberia”)

di Angelo Lino Luzzi ©

 

Lo sforzo che sto compiendo con questo mio lavoro sul turismo è sostanzialmente quello di dimostrare quanto sia dannoso il perdurante semplicismo con cui si guarda il fenomeno turistico.

A San Demetrio Corone fino ad oggi solo improvvisazione, parole al vento spese sull’altare della conservazione e dei contenitori elettoralistici.  Non è difficile individuare se la situazione di stallo debba essere ascritta alla mancanza di mezzi finanziari oppure alle miopie dirigenziali e politiche, mancanza non certo ascritta alle iniziative locali che, immancabilmente hanno  creato, pianificato e agito nei limiti del possibile e “dialogato” con le istituzioni locali rivelatesi muri di gomma.

 D’altra parte, la regione Calabria, già negli anni della sua prima fase del regionalismo, non ha mai preso in considerazione il Turismo,  occupata come era a sfide diverse e  ad inseguire ed ubicare il V° centro siderurgico, la chimica e la biochimica e centri tessili mai decollati, ad occuparsi di poltrone  e di sistemare qualche rampollo di famiglia, magari senza concorso e sicuramente per meriti acquisiti.

Secondo me, furono certamente errori e scelte scellerate. Si è continuato a non scommettere sull’agricoltura, sull’enogastronomia, sull’agroindustria, sulle nostre coste, sul termalismo sull’ambiente e sul patrimonio storico-culturale. Per decenni si è proseguito con le banche dal costo del denaro alle stelle e con splendide idee “carrozzoni” tipo Cassa per il Mezzogiorno pensata per un processo veloce delle regioni del Sud, ed altri come la Svimez che ci attenziona sulla fuga di cervelli.

Tralascio le vicende della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania e la Jonica Agrumi, soltanto 50 miliardi in fumo, ma a tutto ci ha pensato il “ colpo di spugna”, sperimentato sicuramente, anche sui 4090 miliardi di vecchie lire mancanti in cassa; tralascio anche i due bidoni radioattivi in Sila, tralascio l’occupazione dei demani calabresi, degli alvei dei fiumi della sibaritide per fare agrumeti etc. Potrei proseguire fino a domani, mi chiedo una sola cosa , da anima ingenua, dov’erano stì ca….di politici e le istituzioni, cosa facevano?

A tutt’oggi è stato impossibile colmare il divario con il nord, nonostante fiumi di miliardi “spesi” malissimo,  fondi distratti da dubbie destinazioni a margine delle quali sono rimaste pubblicazioni e  protocolli prevalentemente  teorici, studi di settore, dibattiti tra fondazioni, come dire, solo fumo e arrosto per pochi. Secondo la mia modesta opinione,e senza alcun dubbio, sono convinto  che  La Questione Meridionale  sia stata l’idea più geniale dei soloni della politica, i quali anziché ritirarsi dopo le normali due legislature come servizio politico alla popolazione e continuare la loro eventuale professione, se ne erano stati capaci, hanno preferito, reinventarsi nella professione del politico , magari  creando abili e strategiche “ botteghe” ed assicurarsi un posto al sole, addossando tutte le colpe alla malavita e agli stessi calabresi indolenti, stravolgendo il pensiero pragmatico  dell’ impareggiabile storico Giuseppe Galasso.

La maggior parte dei dirigenti politici si dovrebbero vergognare per aver contribuito a mantenere parte dei Comuni della Calabria ultime periferie dell’Europa. L’opportunità di avvicinare lo Stato alle regioni ed ai comuni con il Titolo V°, secondo un pensiero diffuso, si è tradotto in opportunismo e malaffare, in spese di pellegrinaggi politici e viaggi della speranza  a favore di quel turismo calabrese stentato e mai decollato perché privo di efficacia; pellegrinaggi per un turismo orfano di una concreta pianificazione infrastrutturale regionale, e se neanche i fondi europei riescono a spendersi, paradosso  della politica, vuol dire che siamo messi molto male, , il lupo perde il pelo e non il vizio., come dire “ Aì e Dìì Ku fieu Miu”.

 Elencare qui le cause che hanno prodotto stagnazione ed immobilismo , è come aprire l’enorme coperchio della pentola di sua eminenza “Questione Meridionale” nell’intreccio strettissimo fra la struttura economica  e organizzazione politica e malaffare.

Lo stato attuale della Calabria , purtroppo stenta a colmare il divario economico con il  nord e con l’Europa e non bastano i blà blà blà televisivi giornalieri, o gli ultimi risultati elettorali  del 2018, la voragine da  colmare è  troppo  ampia e per il “carroccio” e company sarà sicuramente difficile. Far partire lavoro e occupazione, per me, significa cosa deve diventare la Calabria domani. Quale sarà il suo futuro produttivo?  Le vere e dignitose ragioni dei  calabresi sono state tradite, distratte dalle false promesse dei politicanti di turno ,di burocrati prima, e populiste poi, tanto da far apparire tutti i calabresi, creduloni, vagabondi e raccomandati (servi); tutto ciò non ha  giovato all’intelligenza della maggior parte calabresi passati dopo politiche del 2018 come  una sorta di circonvenzione di incapaci.

Nel  Blog Fendja di questo sito , segnaleremo  i problemi di questa nostra “periferia della periferia”, sperando di fare cosa utile.  Per esempio sarebbe utile che la Svimez e fondazioni di settore, oltre che a parlare di fuga dei cervelli, della povertà e disoccupazione, di malavita, di una regione che non riesce ad intercettare ed attrarre persone dall’estero, facesse una ricerca sulle capacità della politica di pianificare  programmi di largo respiro, di non mandare fondi europei indietro, magari destinati a progetti di produzione agricola vino-olio e d altro, o forse c’è una saturazione di produzione ?  Perché in Calabria corre voce che da qualche tempo sta emergendo sempre più la cultura dell’olio e del vino tra i” produttori politici”, mentre altri destinatari aspettano i ritardi dei progetti regionali.

E’ cosa risaputa da tutti  che, se avessero, nel tempo, diviso alla popolazione tutti i miliardi spesi fino ad oggi per la Calabria  con vincolo di creare ogni propria aspettativa, oggi ogni famiglia calabrese avrebbe raggiunto un tenore ed una qualità di vita differente.

 Visti i risultati raggiunti dai nostri rappresentanti politici , sono al massimo tre o quattro i nomi che si sono guadagnati in Calabria il piedistallo degli onori  della storia, il resto? solo politicanti.

 Come facciamo con le e pulizie ad Aprile in casa, così bisogna fare con la scopa della indignazione a pulire le zavorre per assicurarsi un futuro diverso.

  Si kjè djè esht edhè sot ,Pishku vien vrom ngà krjet

 

Ma ora, cosa fare a favore del turismo

Dovremmo ricordare che se una situazione non si può cambiare, non c’è motivo di preoccuparsi; nemmeno se si può cambiare c’è motivo di preoccuparsi: basta agire per cambiarla.

Dal  Dalai Lama

<<Non darti mai per vinto; qualunque cosa accada, non cedere; allarga il cuore; nel tuo Paese si consuma troppa energia per sviluppare la mente anziché il cuore. Sii compassionevole non solo coi tuoi amici, ma con tutti. Sii   gentile. Impegnati per portare pace nel tuo cuore e nel mondo. Datti da fare per la pace e, ancora, ti dico: non cedere. Qualunque cosa accada, qualunque cosa succeda intorno a te, non darti mai per vinto>>.

 Non si deve avere paura ad utilizzare la propria onestà, basta liberarsi dalla sudditanza, essere responsabili ci impone alla consapevolezza dei diritti  e dei doveri.

Abbiamo il dovere di riattivare la speranza nei nostri piccoli Comuni. C’è in giro ancora tanto desiderio e voglia di civiltà,  di modernità vera, qualità di vita e soprattutto benessere attraverso l’occupazione e il  lavoro. C’è troppa politica nella nostra vita, troppi burocrati, troppi furbi- troppi meschini, troppi ritardi, troppo pressapochismo, troppe persone incapaci, troppe stravaganze, troppi quaquaraquà, troppi lecchini, troppi servi.

I partiti sono indispensabili alla democrazia ma hanno compito di indirizzo, inclusivi al dibattito aperto ma,  non possiamo lasciar  decidere troppe cose della nostra vita a chicchesia si alza la mattina , con il mazzo di chiavi della città sulla cintola,  come le chiavi delle nostre antiche nonne, custodi delle mense di casa. C’è bisogno di dialogo e di mettere in funzione lo Statuto Comunale e i capitoli sulla Partecipazione attiva della popolazione, attivare i Tavoli di conferenza delle associazioni e operatori economici.

Nel nostro comune sono nati alcuni B&B, ho provato e provo immensa gioia, altri stanno nascendo, altri attendono da anni: una cosa è certa, una parte di questi fondi  sapete bene che fanno parte di quella mucca dello Stato che foraggiamo tutti. I B&B nello spirito della legge hanno creato una nuova e bella esperienza per i visitatori, come dire una possibilità più genuina, che non trova supporto locale a favore del Turismo Culturale e Sostenibile ed Enogastronomico, da sempre promosso dalla nostra Associazione Shpirti Vendit-Genius Loci.

Mi sento di avere le carte in regola se mi permetto di dare qualche consiglio ai B&B, a essere inclusivi e dialogare con la gente e non fare come i politici che, coltivano solo il loro orticello. Dialogare perché, è un motivo di arricchimento condividere programmi ed aspettative generali, almeno arginare il fenomeno degli strafalcioni e tanti errori sulla nostra storia e sulla nostre tradizioni arbereshe.

Leggiamo anche da fonti considerate attendibili, avvenimenti di dubbia realtà storica. Non parliamo degli sprovveduti locali e di importazione perennemente guidati dal copia e incolla in un travaso di bottiglie ormai diventato aceto che offrono al malcapitato turista. Vi risparmio altre mie “divagazioni” ho già pronto un angolo di satira nel sito : I FALSI D’AUTORE.

A margine della mia trentennale esperienza sul campo, posso dire che,

per fare Turismo Culturale Sostenibile Enogastronomico, occorre istruzione, esperienza, mentalità collettiva con buona dose di presa di coscienza del nostro territorio e di tutto il patrimonio materiale ed immateriale che custodisce.

Sviluppare una  mentalità collettiva significa lavorare insieme più intensamente per far emergere la società e farla pesare autonomamente , depotenziando l’attuale partitocrazia clientelare e la presenza opprimente, asfissiante e servile di politicanti  e muzzunari, per come li descrive Camilleri.

Nel territorio del nostro Nord-Est Calabria, secondo la mia opinione, occorre una immersione culturale, ci sono tante opzione che andrebbero decise se si guarda la mappatura del territorio e i problemi irrisolti che impediscono lo sviluppo del potenziale risorse, perchè solo attraverso l’interazione tra zone forti ( pianura di Sibari) e quella nostra montana ed agricola, può realizzarsi una scommessa, un progetto, un patto.

Le infrastrutture sono necessarie, legittima la viabilità Sibari-Sila pensata da Giacomo Mancini nel 1966  in un convegno nello storico cinema Iris di San Demetrio Corone. Peccato sia tramutata oggi in una vergognosa realtà,  se la paragoniamo ad grattacielo iniziato  dal 15° piano, nonostante i primi  28 milioni di euro disponibili.

Su questo dedicherò qualche mia riflessione nel sito

Perseverare negli errori e far cattivo uso dei municipi, non fà altro che produrre povertà,  ritardi e spopolamento dei paesi.

Il perdurante semplicismo sul turismo ha prodotto seri ritardi anche culturali dovuti a inesperienze e preparazione ; basti pensare ai grotteschi usi ed abusi  nell’utilizzo della parola “Evento” senza comprenderne la portata. Non parliamo dell’abuso di linguaggi così detti: alla  “moda”, all’american style , fashion, glamour, rivelatesi devastanti . Copiare  gli altri poi, è lo sport preferito seguito dal perseverare all’uso di scimmiottature televisive che, in molte occasioni, offendono e contrastano con la nostra originale tradizione arbëreshe e spesso si tramutano in eclatanti stravaganze, e il nostro paese fa scuola a molti, se si pensa ad un assessorato al Festival della Canzone Arbereshe , forse anche leggittimo se non cozzasse con la mia modesta opinione ( di anima ingenua)secondo la quale tolti i primi  3 anni iniziali di rodaggio, il Festival è ancora in attesa, dopo 37 anni, di trovare la sua particolare stella cometa, per ciò definirlo un contenitore culturalmente e strutturalmente vuoto vuole essere uno sprono alla ricerca di questa stella.

Il turismo non è stravaganza, non può essere rappresentato  da una bocca piena che tracima solo aria, il turismo culturale, sostenibile ed enogastronomico non è una cosa vaga, non è la seconda casa al mare, non è un ponte arrugginito al cospetto della sibaritide;  tante città  del mondo hanno un ponte famoso , a Venezia dei Sospiri, a San Demetrio dei Sospesi. Un ponte vergognosamente sospeso  e fuori luogo se si considera il danno ed un suo logico tragitto. Danno alla storica fontana, sparita con la strada Roda- Buttorino e con l’altra fontana di Katafishku. Danno per la storica area di Casalicchio .

Cosa dire di queste contrade sfortunate se non: Roda,Buttorino e Casalicchio dalle plausibili antiche tracce di discendenti Illiri e il ponte della calata dei barbari.

Turismo non sono gli approssimati, scadenti ed insignificanti interventi di presunti spazi di sosta o di ristoro, inconsistenti come numero e qualità e con staccionate in legno incrociate con ferro-filato; ed a proposito di aree verdi e parchi non ne parliamo proprio perché impera il pressapochismo e la inesperienza, su quella zona verde finanziata per creare un parco.

Per qualsiasi idea nel “parco”, Tenetevitilla stretta, perché il parco non è vostro.

A San Demetrio, purtroppo si respirano forti ritardi , gli stessi che hanno impedito lo sviluppo e impediscono di fare sintesi intorno a proposte di progetti creativi ed efficaci .

Zavorre che impediscono agli ingranaggi della meritocrazia di scorrere e fare posto alle proposte, al merito, alla progettualità, alla partecipazione, alla speranza di poter rimanere  e vivere in questa nostra cittadina destinata allo spopolamento, basta esaminare l’andamento demografico negli anni.

San Demetrio Corone  riconosciuto come paese ventoso, si è defilato ed  è stato incapace negli anni di spazzare via quell’aria satura generata in 50 anni che lo ha reso irrespirabile, un vento che ha fatto volare solo tante” e pesanti tegole”, regolarmente piombate sulle nostre teste, qualcuno ricorderà la tegola del dissesto finanziario?

Si  è solito dire occorre un terremoto per cambiare qualcosa, puntuale anche il terremoto abbiamo avuto, e puntualmente ha cambiato molti tetti senza che fosse caduto un mattone per terra.

La nostra associazione, sul turismo, vanta una proposta produttiva pregna di speranza e di certezze, di competenze e di professionalità per una decisa e strategica inversione di rotta, lontana dalla cultura  della rassegnazione, della rinuncia, dell’assistenzialismo, lontana dai contenitori di voti e dalle stravaganze.

Lo Statuto Comunale , pubblicato  con forti ritardi e sconosciuto ai più, invita  tutti a sedersi attorno ad un tavolo dei servizi per intenti ed azioni comuni  e per esaminare se necessario le proposte  sul turismo collettivamente.

Le lezioni di Costantino Mortati, collegiale al Sant’Adriano e le indicazioni dello Statuto Comunale sulla “ Partecipazione “ sono risultate note stonate  ai  nostri amministratori ligi a percorrere megafoni e manifesti con  gli slogans ……. Il Comune organizza…. Senza riflettere che, le amministrazioni locali per loro natura, propongono, indirizzano e partecipano dando il patrocinio, ma non potrebbero essere protagoniste  individuali con eventi ad personam ed ad escludendum altri, perché potrebbero rasentare i limiti della democrazia e  favorire il voto di scambio, oltre a compromettere la valenza di una utile mentalità collettiva.

Sono in molti a condividere in silenzio queste mie riflessioni, ma non manca chi fà della vita un compromesso e si nasconde nella sterile giustificazione  della solita rondine che non fa primavera; ma io dico, se questa rondine annuncia costantemente la primavera, anche le altre rondini cominceranno a percepirla.

Pertanto ci siamo adoperati per proporre il Turismo a San Demetrio Corone, noi ci abbiamo messo il cuore, anima, sacrificio, creatività, professionalità se andiamo a vedere tutto il percorso di volontariato e senza risorse finanziarie dagli anni 90. Abbiamo operato in favore della identità arbëreshe, già parziale patrimonio dell’Unesco e poi, operato sull’ ambiente e  natura, arte, cultura, storia, enogastronomia, e soprattutto per il nostro borgo abbiamo operato una proposta come offerta qualificata al turismo, strategica e soprattutto inclusiva come

l’EVENTO delle GIORNATE MEDIEVALI. (c)

Un Evento che coinvolge tutto il paese, e non solo, un progetto corroborato dalle start up nell’ innovazione digitale,

nel coinvolgimento dell’imprenditoria locale e nella politica dell’accoglienza e nella sicurezza, nella promozione di mostre e avvenimenti e tante altre dinamicità che arricchiscono l’offerta culturale e prolungano il soggiorno.

La proposta dell’evento “ Le Giornate Medievali” è pubblicata su questo sito.