Mese: ottobre 2018

L’attività dell’Istituto Internazionale del Collegio Sant’Adriano per l’Albania

L’attività dell’Istituto Internazionale del Collegio Sant’Adriano per l’Albania

I L     C O L L E G I O    D I    S A N T ‘ A D R I A N O

 

di Angelo Lino Luzzi

 

Premessa

 Per delineare il successo profondo e duraturo del Collegio di Sant’Adriano, il lento processo di laicizzazione, e tutte le attività e il ruolo e la funzione espletati negli anni, il degrado e l’inutilizzazione nella gran parte, dopo l’esaurimento delle sue funzioni, bisogna seguire il dipanarsi delle vicende storiche e il contributo dei fattori concomitanti. Noi lo faremo con continue pubblicazioni su questo sito con fonti documentarie e attraverso opinioni e critica, libera e disinteressata.

Le Origini

 

Il Collegio in origine fu denominato Collegio Corsini perché fondato dal Papa Clemente XII° in S. Benedetto Ullano (CS) nel 1732, fu trasferito poi nell’antica abbazia basiliana di Sant’Adriano in S. Demetrio Corone nel 1794 noto come Collegio Italo-Greco di Sant’Adriano. Il trasferimento era stato deciso perché il monastero dei monaci basiliani di sant’Adriano possedeva più ricche entrate e avrebbe potuto ospitare un numero maggiore di studenti, sia quelli indirizzati a missione sacerdotale, sia quelli alle varie professioni. Infatti fin dall’inizio accanto ai seminaristi venivano ospitati convittori con lo scopo di seguire gli studi da laici. La storia del collegio di Sant’Adriano in questo sito sarà continuamente arricchita da documenti, foto, video.

 

Si coglie  l’occasione della visita del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica d’Albania Ilir Meta  a San Demetrio Corone per aprire la storia del Collegio Sant’Adriano in questo sito, cogliendo la motivazione del luogo commemorativo,  Il Collegio di Sant’Adriano. Questo istituto Italo-albanese importantissimo  in tutto il Mezzogiorno, ha svolto un ruolo di primo piano  per l’Unità D’Italia e per la sua Costituzione. Attraverso la creazione al prorio interno dell’ ISTITUTO INTERNAZIONALE ALBANESE, ha sedimentato e attivato  le prime idee per L’Indipendenza d’Albania, diventando una sorta di ” Scuola Normale”, vivaio per l’educazione e la istruzione degli insegnanti per l’Albania.

 

 

 

Ringrazio pertanto il  chiar.mo  prof. Italo Costante Fortino, con ossequio e profonda gratitudine nella licenza di un suo pregevole elaborato

“ L’attività dell’Istituto Internazionale di S.Demetrio Corone per l’Albania”

 di Italo Costante Fortino

 Università degli Studi di Napoli L’Orientale

Tratto da

L’ALBANIA INDIPENDENTE E LE RELAZIONI ITALO-ALBANESI (1912-2012)

 Atti del Convegno in occasione del centenario dell’indipendenza albanese

(Sapienza, 22 novembre 2012)

L’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri (ASDMAE) italiano conserva una ricca documentazione sul Collegio Italo-Albanese di S. Demetrio Corone che nel 1903 divenne Istituto Internazionale con apertura all’Albania.

 

La creazione dell’Istituto Internazionale ha rappresentato l’ultima fase della vita di questo prestigioso Collegio. La documentazione più significativa è contenuta nei faldoni 472, 543, 545, 546, 547, 548 e vede svilupparsi tutta l’attività pro-Albania nella formazione dei giovani studenti albanesi e di alcuni militari che svolgevano la loro attività nell’esercito italiano dislocato in Albania.

Per rispondere alle nuove esigenze il vecchio Collegio ItaloAlbanese aveva allargato gli ordini di studi ai corsi magistrali per insegnanti elementari, e ai corsi di agraria, oltre naturalmente al ginnasio-liceo, suo carattere precipuo.

Collegio Italo-Albanese di Sant’Adriano

 

I documenti in oggetto offrono anche l’opportunità di seguire l’accentuarsi dell’attività dell’Istituto Internazionale di S. Demetrio Corone soprattutto dopo la proclamazione, a Valona, dell’indipendenza dell’Albania, nella fase di ricostruzione del tessuto nazionale albanese, dopo cinque secoli di dominio turco, e all’insegna delle aspirazioni dell’Italia nei Balcani e particolarmente in Albania.

Ismail Kemal

   Valona – 28 novembre 1912 – Kemal proclama l’Indipendenza dell’Albania

 

Le proposte di Anselmo Lorecchio già del 1898 riguardavano la trasformazione del Collegio in Istituto Internazionale e disegnavano da un lato la funzione che un’istituzione, posta nel cuore del mondo culturale arbëreshë, potesse avere a favore dell’Albania, dall’altro il ruolo dell’Italia nell’altra sponda adriatica nel momento del tracollo dell’Impero ottomano.

Anselmo Lorecchio

Un giornalista arbëresh al servizio dell’indipendenza dell’Albania

Nacque a Pallagorio, il 3 novembre 1843. Conseguì la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli il 21 dicembre 1868. Dal 1878 già procuratore presso la Corte d’Appello di Napoli fra gli incarichi,Delegato scolastico.

Anche se altre istituzioni educative italiane erano pronte a rispondere alle stesse richieste – si pensi all’Istituto Internazionale e Coloniale di Torino o alla Scuola superiore di Bari – tuttavia S. Demetrio accolse il numero più elevato di studenti albanesi proprio per essere il luogo più adatto per la sua tradizione albanese e dunque affine per appartenenza e cultura coi nuovi ospiti.

Dapprima furono ospitati giovani provenienti da Scutari, ma successivamente studenti provenienti prevalentemente da Valona e da Argirocastro, le due zone dove maggiore era la presenza militare italiana.

       

La documentazione, infine, ci offre un quadro della situazione dell’istruzione nelle zone di Valona e di Argirocastro, da cui emerge, al di là di ogni problematica di carattere politico, l’urgenza che le due zone avvertivano dell’istituzione di scuole elementari, oltre che nei grandi centri, soprattutto nei paesi e nelle zone rurali.

Da un appello, che gli studenti albanesi dell’Istituto Internazionale di S. Demetrio rivolsero all’onorevole Sidney Sonnino, ministro degli Affari Esteri italiano, risulta che nel 1918 questi avevano raggiunto la quota di cento e si dichiaravano soddisfatti dell’esperienza formativa perchè il Collegio medesimo, posto com’è in mezzo alle numerose colonie albanesi della Calabria cosentina, costituisce la natural sede destinata da una tradizione secolare e inalterabile a educare e istruire gli Albanesi dell’una e dell’altra sponda di quel mare in cui sì vivamente gl’interessi dell’Italia e dell’Albania si connettono.

 

             

Collegio Italo Albanese S. Adriano                                      S. Demetrio Corone

 

L’opportunità dell’argomento di questo mio intervento mi è  offerta dalla documentazione che ho ritrovato nell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri italiano, relativa al Collegio Italo-Albanese di S. Demetrio Corone, in provincia di Cosenza.

Si tratta di diversi faldoni che contengono relazioni che, almeno quelle che ho consultato io, ricoprono gli anni di fine secolo Ottocento e inizio Novecento, quando il Collegio registrava una radicale riforma istituzionale.

I sei faldoni, numerati con 472, 543, 545, 546, 547, 548 si riferiscono alla fase di commissariamento del Collegio, prima nelle mani del prof. Angelo Scalabrini.

Angelo Scalabrini

Ispettore Generale delle Scuole Italiane all’Estero, dal 1900 al 1914, e successivamente del prof. Giuseppe Pucciano, dal 1917 in poi. In questo arco di tempo, che possiamo definire come l’ultima fase della prestigiosa istituzione, il Collegio cambia denominazione: da Collegio italo-greco – “greco” per via del rito greco-bizantino che vi si praticava, come nelle circostanti comunità albanesi – in Collegio ItaloAlbanese, sia per accentuare l’aspetto etnico degli arbëreshë (o italoalbanesi della diaspora del XV-XVI secolo), sia per sottolineare i legami che si andavano stringendo con l’ Albania, nella fase nuova della sua storia, alle soglie della sua indipendenza dall’Impero ottomano.

 

Nel 1902 è il rettore G. Occoferri che scrivendo al commissario Scalabrini gli propone la nuova denominazione:

Passando ora ad altro discorso io Le vorrei proporre, Illustre Signor Commissario, una modificazione al titolo del Collegio. Non sarebbe meglio chiamarlo italo-albanese, anziché italo-greco?

Prima di tutto convien osservare che noi accogliamo qui, senza distinzione alcuna, gli albanesi d’ogni religione e d’ogni rito e che perciò l’accenno al rito greco è affatto inopportuno; poi bisogna pure notare che quel titolo di italo-greco può dare agl’ignari un concetto errato della vera natura dell’istituto.

Gli Albanesi, del resto, non son troppo teneri amici dei Greci e poco han di comune con loro, tranne la lingua usata nella liturgia sacra; perché dunque, perpetuare col nome del Collegio un equivoco?

(Archivio Storico Diplomatico Ministero degli Affari Esteri (d’ora in poi ASDMAE), Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 546. —-)

Qualche anno prima era emersa la figura di un avvocato arbëreshë, Anselmo Lorecchio di Pallagorio, in provincia di Catanzaro, distintasi già nei due congressi voluti dallo scrittore Girolamo De Rada, il primo a Corigliano Calabro nel 1895 e il secondo a Lungro nel 1897, e poi come presidente della Società Nazionale Albanese. Il Lorecchio ebbe una intensa attività culturale e politica il cui pensiero si può ricostruire tramite due suoi volumi: La questione albanese (Catanzaro 1898) e Il pensiero politico albanese in rapporto agli interessi italiani (Roma 1904), oltre che attraverso le pagine della sua rivista La Nazione Albanese, che ha avuto una lunga vita, dal 1897 al 1924, anno della sua scomparsa. Egli da arbëreshë vede di buon occhio la politica italiana nei confronti dell’Albania: l’Italia era la nazione più adatta a svolgere un ruolo di protettorato, perché non estranea all’Albania, in forza dell’accoglienza offerta a tanti arbëreshë che, da cinque secoli, continuano a vivere pacificamente nel suo seno.

Istituto Garopoli e G. De Rada – Foto+m. e relazione di Giulio Judicissa

Primo Congresso degli Albanesi in Italia… correva l’anno 1895 – fu un fatto rilevante, del quale variamente si occupò anche la stampa europea dell’epoca. Il dato linguistico, che, per essere il tema ufficiale dell’incontro, impegnò i congressisti in dotte riflessioni grammaticali e lessicali, alla fine, rivelò quello che era il vero motivo umano dell’appuntamento: ritrovare le memorie patrie e con esse muovere i primi passi sulla strada dell’affratellamento dei circa 200mila italo-albanesi della penisola.
Fu questa, certamente, la ragione prima, che tenne insieme, presso i locali del Ginnasio Garopoli di Corigliano Calabro (CS), offerti dall’Amministrazione comunale, dall’1 al 3 ottobre dell’anno 1895, i 25 congressisti ed, idealmente, le oltre 500 persone, gente comune ed anche illustre, che, da diverse località della Calabria, della Campania, della Puglia e della Sicilia, avevano dato la loro adesione alla originale iniziativa

Questo disegno politico va visto anche alla luce degli interessi della Russia che si muoveva dietro la Serbia e il Montenegro, i quali avanzavano pretese sul nord dell’Albania; come pure alla luce delle mire dei greci che volevano arrivare a occupare i territori fino a Valona, perché ritenuti greci; e degli austriaci che penetravano nel nord dell’Albania attraverso il canale culturale, ma anche più concretamente attraverso quello militare, dopo la loro presenza in BosniaErzegovina.

 

Argirocastro, 3 GIUGNO 1917 – Solenne proclamazione italiana dell’Indipendenza Albanese

 

L’Adriatico appariva, pertanto, mare comune italo-albanese e l’Italia di fronte al crollo dell’Impero ottomano, alla luce del pensiero di Lorecchio, aveva un ruolo da giocare in Albania: Siffatta speciale condizione di cose è di evidente vantaggio agli interessi italiani; mantiene vive nella parte più efficace e più pratica le relazioni tra le due sponde dell’Adriatico (non sapendo e non potendo noi far concorrenza alla grande attività commerciale straniera e dà opportunità al R. Governo di formare in S. Adriano un vivaio per la educazione e la istruzione degli insegnanti da destinarsi a le scuole italiane in Oriente e principalmente nell’Albania stessa.

( Da segnalare F. Caccamo, L’Adriatico degli Arbëreshë: il “mare nostro” albanese e italiano, in S. Trinchese, F. Caccamo (a cura di), Adriatico contemporaneo. Rotte e percezioni del mare comune tra Ottocento e Novecento, Milano, Franco Angeli, 2008, pp. 123-164.)

 

Nel faldone 546 si conservano quattro pro-memoria di Anselmo Lorecchio: due indirizzati al ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti, datati rispettivamente 31 agosto 1898 e 20 ottobre 1898; e due indirizzate al ministro per gli Affari Esteri, datati 4 agosto 1902 e 5 agosto 1902.

Il Lorecchio esprime la sua posizioni nei confronti della riforma istituzionale del Collegio Italo-Albanese con accenni alla politica italiana nel quadro dei nuovi avvenimenti a livello internazionale.

Il Collegio, prima denominato Collegio Corsini perché fondato dal Papa Clemente XII in S. Benedetto Ullano (CS) nel 1732, era stato trasferito nell’antica abbazia basiliana di S. Adriano in S. Demetrio Corone nel 1794, da allora meglio noto come Collegio italo-greco di S. Adriano. Il trasferimento era stato deciso perché il monastero dei Monaci Basiliani di S. Adriano possedeva più ricche entrate e avrebbe potuto ospitare un numero maggiore di studenti, sia quelli indirizzati alla missione sacerdotale, sia quelli alle varie professioni. Infatti fin dall’inizio accanto ai seminaristi, venivano ospitati convittori con lo scopo di seguire gli studi da laici. In tutto l’Ottocento il collegio ha registrato un progressivo processo di laicizzazione, fino ad arrivare a fine secolo alla diminuzione della funzione seminariale con apertura a nuove funzioni e prospettive.

Anselmo Lorecchio, già nel 1898, aveva chiara la configurazione della nuova destinazione del Collegio e accenna alla sua trasformazione in Istituto Internazionale: Io credo di non esagerare, se si arrivasse, per avventura, a costituire in S. Adriano un Istituto, dirò così, Internazionale, cioè da valere anche per gli Albanesi di oltre mare (31 agosto 1898).

– (ASDMAE, Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 546, Pro-memoria a Sua Eccellenza il Comm. Finocchiaro Aprile, Ministro Guardasigilli, Roma, 20 ottobre 1898. Il documento nella sua interezza è stato pubblicato in M.F. Cucci, Il Pontificio Collegio Corsini degli Albanesi di Calabria. Evoluzione storica e processo di laicizzazione, Cosenza, Brenner Editore, 2008, pp. 405-406. 167 M.F. Cucci, op. c )

A Roma, intanto, l’apertura del Collegio a studenti d’Albania era stata avanzata concretamente, con la concessione di dodici borse di studio, dal Ministero degli Affari Esteri. Il Lorecchio, in sintonia con queste iniziative ministeriali, non esita a sottolineare il ruolo che potrà svolgere il nascente Istituto Internazionale nelle relazioni dell’Italia con i Balcani, e nella formazione dei giovani albanesi, carenti di ogni istruzione durante la dominazione turca, dominazione ancora in atto, ma in fase calante. Esprime al ministro guardasigilli l’opportunità di scegliere il Collegio di S. Adriano come luogo più adatto alla formazione dei giovani albanesi, sia per la vicinanza dell’Italia all’Albania sia perché il Collegio sorge nel centro delle comunità arbëreshë dove gli studenti d’Albania trovavano usi, costumi e lingua comuni:

Siffatto concetto è fondato sul fatto che mancando assolutamente nell’Albania Turca Istituti d’istruzione, i giovani di quella regione, massime quelli appartenenti alle popolazioni cristiane, mirano esclusivamente all’Italia; sia per la vicinanza, sia per le comuni antiche tradizioni, e principalmente perché in Italia, come si sa, vivono numerose Colonie Albanesi da più di quattro secoli. Il Collegio di S. Adriano offre loro tutte le garanzie, situato nel centro delle Colonie suddette, i giovani provenienti dall’Albania trovano in esso la continuazione dei loro usi, dei loro costumi e della loro lingua parlata. Difatti, nel passato anno fu ammesso nel Collegio un solo giovinetto di Scutari di Albania e nell’anno corrente con lui sono stati ammessi altri due.

         

Collegio S. Adriano                                            Donne Arbèreshe

 

( Resta così chiara l’idea da me espressa nel presente pro-memoria: il Collegio di S. Adriano deve essere gradatamente trasformato in ISTITUTO INTERNAZIONALE ALBANESE; da servire cioè ai giovani delle Colonie ed a quelli dell’Albania. Convinto della utilità di questa idea, il Ministro degli Affari Esteri era venuto nella determinazione di assumere per parte del R. Governo l’onere di 12 borse da concedere ad altrettanti giovani Albanesi nel Collegio medesimo).

(ASDMAE, Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 546, Pro-memoria a Sua Eccellenza il Comm. Finocchiaro Aprile, Ministro Guardasigilli, Roma, 20 ottobre 1898)

Altro argomento a favore della trasformazione del Collegio di S. Adriano in Istituto Internazionale Italo-Albanese il Lorecchio l’individua nella funzione avuta dagli arbëreshë nel processo di risveglio della cultura e dell’idea politica della rinascita dell’Albania già nei primi decenni dell’Ottocento, con l’attività del poeta e vate arbëreshë Girolamo De Rada, che fin dal 1836 aveva dato un significativo e determinante impulso alla letteratura.

 

Le idee risorgimentali portate avanti dal De Rada e da tanti altri arbëreshë, secondo il Lorecchio, erano riuscite a suscitare il movimento che soprattutto negli ultimi decenni dell’Ottocento si era concretizzato in Albania a cominciare dalla Lega di Prizren del 1878, punto di riferimento importante per la svolta autonomista dell’Albania dalla Sublime Porta.

 

Prizreni                                                    Valona – Commissione Internazionale

 

Il movimento di rinascita nazionale d’Albania, il Lorecchio lo salda direttamente con la necessità di preparazione dei quadri docenti, preparazione che non poteva essere data in Albania, a causa della politica turca ancora dominante, e dunque da ricercare all’estero là dove maggiore era l’opportunità per le condizioni logistiche e culturali:

Non è a dimenticare che l’attuale movimento nazionale albanese, riconosciuto e preso oramai in considerazione da tutta Europa, è stato suscitato e tenuto vivo dalle Colonie in Italia, a mezzo degli studi linguistici e letterari; che nei giovani albanesi di là dall’Adriatico, per siffatto movimento nazionale, comincia più che mai a sentirsi urgente il bisogno della istruzione e della educazione civile; che non potendo egli no avere, per le condizioni speciali in cui si trovano, istituti propri, cercano e chiedono di essere ammessi in quelli che più si avvicinano ai loro costumi ed alle loro abitudini.

(ASDMAE, Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 546, Pro-memoria a Sua Eccellenza il Comm. Finocchiaro Aprile, Ministro Guardasigilli, Roma 20 ottobre 1898).

Tra i primi studenti che hanno trovato ospitalità nel Collegio di S. Demetrio, il Lorecchio cita il giovane Giovanni Ingris di Scutari, presente a S. Demetrio già dal 1897. Da quest’anno il Collegio registra una progressiva e sempre più numerosa presenza di giovani albanesi, che si accentua soprattutto dopo il 1903, quando terminano i lavori di ristrutturazione dell’edificio, voluti e diretti dal commissario prof. Scalabrini, sulla base delle nuove esigenze, e quando il collegio diventa Istituto Internazionale con apertura all’Albania.

Giovani albanesi nel Collegio S. Adriano

I due pro-memoria che il Lorecchio invia al ministro degli Affari Esteri, Giulio Prinetti, nel 1902, ribadiscono in primo luogo la necessità sempre più impellente che si avvertiva di offrire istruzione ai giovani d’Albania: non un’istruzione che avrebbero potuto offrire anche altri istituti che sorgevano in Italia, ma un’istruzione che si sarebbe svolta come nella loro terra. Il Lorecchio ama soffermarsi sulla particolare accoglienza che avrebbero ricevuto gli studenti d’Albania in un contesto arbëreshë che diventava un forte tramite non solo umano ma al contempo strategico nella prospettiva della politica estera italiana che si andava delineando nei Balcani:

In un collegio ove si troverebbero come in casa propria e non soffrirebbero la nostalgia della lontana patria. In S. Demetrio Corone, come in Macchia Albanese, come nei tanti altri paesi circonvicini, quei giovani sentirebbero parlare la loro lingua, troverebbero i propri usi e costumi e le consuetudini familiari proprie, sarebbero circondati dall’affetto fraterno che solo dalla comunione del sangue può essere imposto; e quei giovani sarebbero gli ispiratori più efficaci presso le loro famiglie in Albania dei sentimenti di simpatia e di affetto per questa nostra Italia.

(ASDMAE, Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 546, Per il Collegio italo-albanese di S. Adriano in Calabria. A Sua Eccellenza Giulio Prinetti Ministro per gli Affari Esteri Pro-memoria.)

Collegio S. Adriano – 1902-1903-

Nello stesso pro-memoria al ministro Prinetti degli Affari Esteri accenna al problema della concorrenza internazionale dell’Austria,  quando (il Lorecchio) si espone a raccomandare il prof. sacerdote di Scutari don Gaspare Jakova, che aveva espresso il desiderio di recarsi nel Collegio di S. Demetrio per insegnare agli studenti arbëreshë e shqiptarë (gli albanesi d’Albania).   Alunni e docenti al Collegio S. Adriano

Va sottolineato che il clero cattolico di Scutari, e soprattutto i gesuiti là operanti, erano filo-austriaci, come lo era lo stesso don Gaspare. Il Lorecchio, caldeggiando la richiesta del sacerdote Jakova, quale professore nel Collegio di S. Demetrio, ritiene che se ne possano avere dei vantaggi anche nell’ambito della strategia che mirava ad attirare le simpatie della gerarchia ecclesiastica, fino allora troppo spostata verso l’Austria, a favore della politica italiana. Eloquenti le sue parole al ministro Prinetti:

In continuazione di altro mio pro-memoria di pari data, riguardante il Collegio Italo-Albanese di S. Adriano, in Calabria, il sottoscritto si reca a dovere di far noto all’E.V. qualmente tra gli aspiranti ad uno dei posti di professore nel Collegio medesimo, è il Rev. Parroco Don Gaspare Yakova, nato e residente in Scutari d’Albania. Il Rev. Yakova ha esternato spontaneamente cotesto desiderio al sottoscritto con lettera dei 4 e 10 luglio u.s. e pare che abbia altresì inviata analoga istanza al Comm. Scalabrini ora R. Commissario per il Collegio. Per cominciare ad entrare praticamente nell’ordine di idee di distrarre dalla diretta dipendenza austriaca il clero cattolico di Albania ed attirarlo in una nuova orbita di azione italiana, che agli albanesi è speranza e garanzia di libertà, prossima o lontana, occasione migliore né più propizia non si potrebbe porgere; avvegnacchè il Rev. Yakova sia tra i più illuminati sacerdoti cattolici albanesi per la coltura della mente e goda nei suoi passi grandissima influenza per il posto che occupa nella gerarchia ecclesiastica.

                   

Macchia Albanese  1963-Traslazione ossa di G. De Rada

(In processione in fondo a sinistra Giuseppe De Rada e Girolamo De Rada Jr. A seguire  a portare l’urna sono i ragazzi del Ginnasio-Liceo del Collegio. Si intravedono: Dino Gradilone, dietro Giampietro , Ernesto,accanto Vincenzo Patitucci, si intravede la signora Vittoria , sono vestiti con abiti arberesh.)

Alla morte di Girolamo De Rada nel 1903, a succedergli nell’insegnamento dell’albanese, nel Collegio di S. Adriano, fu proprio il sacerdote Gaspare Jakova di Scutari, al quale successero vari altri professori d’Albania: Aleksandër Xhuvani, di Elbasan (1906-1909), Kol Martinaj di Scutari (1909-1914), Mehdi bej Frashëri (1915- 1918), e poi Hamdi Karasi (1919-1920).

Anche Luigj Gurakuqi di Scutari, valido personaggio politico dei primi due decenni del secolo, più volte ministro, studiò nel Collegio Internazionale e diede lezioni di lingua albanese.   

 

La presenza di professori d’Albania nel Collegio di S. Demetrio è dovuta anche all’arrivo dall’Albania di un numero sempre più grande di studenti.

 

Studenti albanesi Collegio S. Adriano 1921

 

Funzione dell’Istituto Internazionale

Nell’a.s. 1903-1904 assistiamo, oltre che all’apertura degli edifici ristrutturati, anche all’ampliamento dell’offerta didattica dell’Istituto Internazionale Italo-Albanese. Il regio commissario comm. Angelo Scalabrini ottenne, infatti, il pareggiamento del liceo-ginnasio (1903), e cosa più interessante l’istituzione di una “Scuola Normale” per la preparazione degli insegnanti elementari che avrebbero svolto la loro professione in Albania, e l’istituzione, infine, di una “Scuola Tecnica” di tipo “agrario” dal 1912 in poi.

I Fase

 La puntuale documentazione dell’Archivio del Ministero degli Affari Esteri italiano ci offre notizie dettagliate sugli studenti e sui luoghi di provenienza. I primi studenti albanesi iscritti nell’anno scolastico 1904-1905, sono in tutto sette, di cui cinque provenienti da Scutari (Kamzì Nicolò, Kodelli Luigi, Kurti Giuseppe, Prenushi Lazzaro, Trushiani Pietro), uno da Durazzo (Avram Naun) e il settimo da Berat (Besko Panaiota) che hanno frequentato per un triennio la “Scuola Normale”173. Godevano tutti di borse di studio del Ministero degli Affari Esteri italiano.

(ASDMAE, Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 546, Elenco degli alunni iscritti nella Scuola Normale annessa al Convitto Italo-Albanese in S. Demetrio Corone dall’anno 1904-1905 al 1908-1909.)

 

Questo primo progetto si rivolgeva al nord dell’Albania probabilmente per contrastare la politica austriaca. Dello stesso avviso è il deputato arbëreshë Guglielmo Tocci di S. Cosmo Albanese (CS) (1827-1916),

                                                                                Guglielmo Tocci

già sindaco di Cosenza, poi consigliere provinciale e deputato alla X e XII legislatura del Regno d’Italia, quando nel 1914, all’arrivo del principe Wied in Albania, si rivolge al commissario Scalabrini sottolineando l’importanza che rivestiva il Collegio di S. Demetrio, ormai Istituto Internazionale, per la politica italiana al fine di attirare consenso, simpatia e attenzione: E fu per questo riguardo che io ho voluto far rilevare questa importanza del nostro Collegio, che ha assunto una missione politica che l’Italia deve guardare con interesse, oggi che (è inutile nasconderlo) gli Stati più vicini all’Albania fanno a gara per guadagnarne le simpatie174. Si preparava, dopo il fallimento del principato di Wied, da un lato l’avanzata degli austro-ungarici che nel 1915 avrebbero sostituito nell’occupazione i serbi a Scutari e a Durazzo, dall’altro la concessione all’Italia delle zone di Argirocastro e di Giannina, oltre che di Valona e dell’isola di Sazan.

Dopo l’indipendenza dell’Albania, dichiarata dal deputato Ismail Qemal Vlora nel novembre del 1912, e poi presidente del Consiglio dei Ministri, la situazione in Albania diventava ancor più critica: prima di tutto per la forma di governo scelta dalle grandi potenze: cioè l’invio del principe tedesco, il protestante Wilhelm Wied, che dopo un’esperienza di sei mesi dovette rinunziare al trono; in secondo luogo per le necessità economiche che assillavano il nuovo Stato; in terza istanza per l’urgenza di istruzione primaria per alleviare l’immane piaga dell’analfabetismo.

( ASDMAE, Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 543, Lettera di Guglielmo Tocci indirizzata al Comm. Prof. A. Scalabrini, Ispettore Generale delle Scuole Italiane all’Estero, Ministero degli Esteri Roma, 14 febbraio 1914.) 4 ASDMAE, Scuole S. Dem. 2, 1902-1922, b. 543, Lettera di Guglielmo Tocci indirizzata al Comm. Prof. A. Scalabrini, Ispettore Generale delle Scuole Italiane all’Estero, Ministero degli Esteri Roma, 14 febbraio 1914.

Salonicco – Agosto 1916 – Seduti da sinistra: Esad Pascià Toptani,

il Gen. Naurice Sarrail commandante della < Armè d’Orient>, il generale Alfonso Petitti di Roreto, commandante delle Forze Armate Italiane in Macedonia.

Ma lo scoppio della Prima guerra mondiale creava ancora maggiori difficoltà, per cui si allargava lo spazio di intervento per gli Stati già presenti in Albania. La “Scuola Normale”, annessa al Collegio di S. Demetrio, cominciò ad accogliere anche studenti militari albanesi, che prestavano servizio nell’esercito italiano dislocato nelle zone di Valona e di Argirocastro, studenti che volessero seguire un corso accelerato nell’Istituto Internazionale di S. Demetrio per poi ritornare in patria a svolgere la professione di insegnanti elementari di cui si aveva urgente bisogno sia nelle zone urbane e sia nelle zone rurali.

 Il dr. Luigi Bocconi, direttore generale delle Scuole Italiane all’Estero, nel 1918 in un “Promemoria circa il Collegio Italo-Albanese di San Demetrio Corone” sostiene che gli alunni del Collegio crebbero notevolmente, ed in esso furono accolti numerosi giovani albanesi, provvisti per la maggior parte di borse di studio del Ministero Affari Esteri: cosicchè attualmente il Collegio conta circa 200 convittori, di cui 50, appunto albanesi; e ad essi vanno aggiunti circa 30 sottufficiali alb

Sempre nell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri italiano è conservato l’elenco completo degli studenti albanesi del corso magistrale dell’anno 1917, in cui sono puntualmente registrati tutti gli studenti albanesi con tutti i dati personali e le zone di provenienza, che in massima parte sono Valona, Elbasan, Argirocastro, Përmeti, Delvino, Libohova, e altre zone del sud, ma qualche studente proveniente anche da Scutari.

E siamo nel 1919, a termine della Prima guerra mondiale, quando cento studenti del Collegio di S. Demetrio, in gran parte d’Albania, si riuniscono in pubblica assemblea e dopo avere espresso un giudizio pienamente soddisfacente sull’operato dell’Istituto Internazionale, formulano un memorandum all’onorevole Sidney Sonnino, ministro degli Affari Esteri italiano, con la richiesta di passaggio dell’Istituto Internazionale Italo-Albanese alle dipendenze del Ministero degli Affari Esteri (da quello di Grazia e Giustizia e dei Culti, da cui all’epoca dipendeva), e dunque la sua piena laicizzazione, intesa come distacco dalla funzione religiosa, che parallelamente aveva svolto in passato.

 Corpo docente al Collegio primi del 900

 

Si giustificava questa forma di distacco dalla funzione religiosa, in quanto, ora, proprio nel 1919 era stata creata un’apposita eparchia per gli arbëreshë dell’Italia continentale.

Dalla documentazione conservata nell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri italiano emerge con determinazione l’attenzione costante e l’impegno per porre rimedio al fenomeno dell’analfabetismo presente in Albania, prima e dopo l’indipendenza. La “Scuola Normale”, annessa all’Istituto Internazionale di S. Demetrio Corone, possiamo ritenere che abbia dato un suo singolare contributo in questa direzione. Memorandum all’On. Barone Sidney Sonnino Ministro degli Affari Esteri Italiano Parigi. Tutt’i giovani dell’Alta e della Bassa Albania dimoranti per ragioni di studio in San Demetrio Corone, oggi 15 giugno 1919 si riuniscono in solenne comizio, e considerando:

1° che essi, convenendo nel Collegio Italo-Albanese dal 1913 in poi e raggiungendo nel 1918 il numero cospicuo di cento, compresi i sottufficiali albanesi destinativi dall’On. Ministero della Guerra per un corso Magistrale accelerato, vi hanno, con piena soddisfazione, raggiunte le finalità morali e intellettuali per cui eran venuti;

2° che il Collegio medesimo, posto com’è in mezzo alle numerose colonie albanesi della Calabria cosentina, costituisce la natural sede destinata da una tradizione secolare e inalterabile a educare e istruire gli Albanesi dell’una e dell’altra sponda di quel mare a cui sì vivamente gl’interessi dell’Italia e dell’Albania si connettono;

3° ch’esso Collegio, situato in luogo salutare, amenissimo e lontano dai rumori e dalle distrazioni delle città, è il meglio adatto a nutrire le anime adolescenti di quei severi studi che preparano alla vita e danno sviluppo ai sentimenti più propriamente degni dei grandi avi shqipetari;

4° che l’opera illuminata e amorosa di tutti gli Italo-Albanesi sì profondamente memori della loro origine, è valsa nel passato, con attività molteplice, a mantenere acceso il fuoco sacro dell’idea nazionale albanese e a creare una vera e propria letteratura d’Albania (basta ricordare Girolamo De Rada nome ben noto in Europa) e concorrerà validamente in avvenire a sollevare, moralmente ed economicamente, la patria Albanese;

5° che dalla gioventù sorgente la povera Albania si attende, dopo circa cinque secoli di malgoverno turco, un avvenire di benessere, di progresso, di civiltà, sotto l’egida della pace e della giustizia;

6° che, alle finalità molteplici della gioventù albanese il Collegio di San Demetrio pienamente risponde, colle sue scuole classiche, normali, agrarie, elementari e coll’insegnamento della lingua d’Albania, al quale sarà aggiunto quello della storia civile e letteraria e della geografia in particolare della regione albanese;

7° che al figliuolo d’Albania, precluso il campo di Berlino e di Vienna, resta, circa l’istruzione, solamente l’Italia;

8° che l’Istituto di S. Demetrio Corone, a cui oggi convergono le anime di tutto il popolo shqipetaro, manca tuttora di una definitiva sistemazione finanziaria e giuridica, fanno voti che il Governo d’Italia, abrogando ogni legge e disposizione passata concernente il detto Collegio, avochi questo a sé, ponendolo alla diretta dipendenza dell’On. Ministero degli Esteri e pareggiandolo in tutto alle altre Scuole Italiane all’Estero. Siffatto provvedimento, che Albanesi e Italo-Albanesi si attendono senza indugio, sarà utilissimo anche ai fini del Governo medesimo, in quanto il Collegio di S. Demetrio Corone, e le circostanti colonie albanesi costituiscono un vero anello di congiunzione tra l’Italia e l’Oriente. Fiduciosi che V.E. s’interesserà subito affinché il nuovo anno scolastico segni l’avvento della riforma del Collegio di S. Demetrio Corone, quale è negli auspici e nei voti degl’Italiani e degli Albanesi, Le rassegnano la loro perfetta osservanza.

San Demetrio Corone, lì 15 Giugno 1919, Di Vostra Eccellenza devotissimi: 1. Fortusi Omer; 2. Pogu Angelo; 3. Fazio Oreste; 4. Filippo Giovanni; 5. Ziu Basilio; 6. Zeza Cristo; 7. Ramo Hassan; 8. Francesco Chiodi; 9. Rizzuti Francesco; 10. Plaku Airedim; 11. Margheriti Lazzaro Varia; 12. Demetrio Boiagi; 13. Giudicissi Vincenzo; 14. Becci Vincenzo; 15. Tarsia Raffaele; 16. Hagi Fortusi; 17. Negimadri Chiorilli; 18. Chianì Panariti; 19. Shiukri Ali; 20. Secfit Muarem; 21. Ciarçiani Fasli; 22. Ramis Varvarizza; 23. Hagia Daniele; 24. Stairo Zizzo; 25. Driza Erfano; 26. Evangelo Samargi; 27. Becci Giovanni; 28. Ismail Balusa; 29. Alifehmi Nidai; 30. Temistocle Sganga; 31. Mario Bebecchi; 32. Conir Francesco; 33. Cosimo Minisci; 34. Mefa Giorgio; 35. Pandeli Gjika; 36. Stringoperlo Spiridione; 37. Eqrem Mustafà; 38. Costantino N. Kolèa; 39. Armando Elmo; 40. Giuseppe Chiodi; 41. Aslan Merlica; 42. Nicolau Nicola; 43. Sciaip Mersin; 44. Caralamba Gherza; 45. Pasquale Cucci; 46. Mario Marini; 47. Nociti Arturo; 48. Sezai Nota; 49. Hyssen Nota; 50. Ismail Tartari; 51. Mendicini Giuseppe; 52. Mendicini Salvatore; 53. Domenico Grisolia; 54. Campolongo Vincenzo; 55. Gradilone Davide; 56. Pagliaro Francesco; 57. Bloise Francesco; 58. Loricchio Angiolino; 59. Vlassio Naca; 60. Emin Hora; 61. Battista Puppio; 62. Ieno Gennarini; 63. Gallo Maria Giuseppa; 64. Mazziotti Lina; 65. Staffa Oreste; 66. Loli Tino; 67. D’Amico Silvia; 68. Maria Solano; 69. Giuseppina Prezzo; 70. Nevai M. Asllan; 71. Romio Budo; 72. Radivia Pasquale; 73. Raghilo Qorelì; 74. Izot Halid; 75. Kjasim Merlica; 76. Mustafa Zihni; 77. Behexhet Kossova; 78. Giorgio Colla; 79. Grandinetti Arturo; 80. Pandeli Scrami; 81. Chiazim Neki; 82. Alfonso Cucci; 83. Cadri Bosci; 84. Deda Antonio; 85., Gazzulli Stefano; 86. Tito Scrame; 87. Halid Balhusa; 88. Mustafà Hassan; 89. Giacomo Codelli; 90. Reshad Aslan; 91. Hassim Hiuer; 92. Rassim Hamrasai; 93. Ali Gjoni; 94. Gelal Haska; 95. Ismail Taci; 96. Adem Gjomeneli; 97. Scefqet Lelcupa; 98. Galip Sadullà; 99. Ahmed Gemal; 100. Suad Asllan Nepranishta.

Angelo Lino Luzzi, a nome dell’ Associazione Shpirti Vendit – Genius Loci, ringrazia il Chiar.mo Prof. Italo Fortino

  • Mappe e Foto con qualche nota sono di A.LinoLuzzi

 

 

 

San Demetrio Corone – 6 novembre 2018  Vigilia della visita

1.jpg

 

 

Messaggio di saluto ai Presidenti  Sergio Mattarella e Ilir Meta.

Mir se na erdhit Shẽn Miter C. – Benvenuti a San Demetrio C.

La vostra visita è motivo di gioia, di orgoglio e di speranza.

La presenza di due presidenti è un ulteriore dono che la storia ha voluto riservare a questa comunità,  e arricchisce ulteriormente le eccellenze del nostro distinto patrimonio materiale e immateriale ancora non adeguatamente compreso e sviluppato in risorsa.

Dopo “L’artefice” di tutto, San Nilo, figura sempre ignorata, dopo l’importantissimo ruolo e attività del Collegio Sant’Adriano, Italo Greco prima e Italo Albanese con l’Istiuto Internazionale per l’Albania poi, dopo i due Risorgimenti per l’Indipendenza e l’amicizia tra Italia e Albania, dopo la commemorazione  di G.C.Skanderbeg

ai Presidenti chiediamo  un ulteriore Risorgimento comune:

– arginare la deriva di questa nostra esistenza minoritaria, ignorata , calpestata e derisa dalla politica  e destinata all’estinzione. Si può fare attraverso il finanziamento  della legge 482, per la sua attuazione e per la totale tutela della MinoranzaArberesh, adempiendo agli art 3 e 6 della Costituzione.

– Creare possibilità lavorative anche attraverso aiuti di processi bilaterali tra Italia e Albania insistendo sul patrimonio storico-culturale e quindi sul  Turismo Culturale,Sostenibile ed Enogastronomico posponendo alla “cultura negata”, margini di speranza per le future generazioni.

a Lei presidente Ilir Meta, grazie per il dono, aver consentito questo incontro di portata storica.

Altrettanti voti augurali e grazie a Lei ,Presidente Mattarella,  giungono da chi nel Sud, alla Rassegnazione contrappone la Speranza di un’alba migliore da contrapporre a politiche ottocentesche.

In una democrazia non ancora compiuta e con un futuro che non ha molte luci, ripongo in Lei ogni speranza per noi arberesh, consapevole che Lei farà trionfare i Valori veri, quelli umani , sociali e politici.

.Noi siamo capaci di progettare il nostro futuro, basta pulire la zavorra che impedisce gli ingranaggi della creatività e del progresso. La sua esortazione ai Valori, per noi sono motivo di speranza; le rievocazioni delle tradizioni, il riutilizzo dei saperi e dei sapori, dei simboli dimenticati, Bandiera, Inno, sono tutti elementi per far trionfare gli afflati che giungono dal basso, come il modesto  pensiero di affetto della cartolina ricordo, una delle nostre tante idee soffocate.

L’amore per la famiglia, la passione  per la nostra terra, per l’appartenenza , fanno parte di quel orgoglio che mi ha spinto a questo modesto saluto e a rischiare che qualcuno leggendolo mi consideri un illuso, un ingenuo un credulone. Nella mia lunga attività, anche per il mondo, ho imparato ad essere concreto, le cose che sento non le mando a dire. Ciò che facciamo oggi attraverso il volontariato con la nostra modesta Associazione Shpirti Vendit-Genius Loci penso, in futuro potranno trasformarsi in notevoli attività per l’economia e la residenzialità locale.

Al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella e al Presidente della Repubblica Albanese Ilir Meta grazie e buon Lavoro. Mir se na Erdhit.

Angelo Lino Luzzi.

San Demetrio Corone, 7 novembre 2018

 

 

 

 

 

 

FILMATI ED ELEMENTI DI ANTROPOLOGIA VISIVA

FILMATI ED ELEMENTI DI ANTROPOLOGIA VISIVA

Concedetemi qualche istanza documentaristica dettata non certo da rigidità tecnicistiche o intellettualistiche, ma dalla passione , dal bene e dal rispetto che provo per questa nostra comunità arbereshe.

I filmati pubblicati saranno privi  di sensazionalismi costruiti, di bassa lega, o estetismi fini a se stessi, non godranno delle sofisticate, fumose ed artificiose cornici.

Filmate tutti e sempre, con tutti i mezzi oggi a disposizione, ma ricordatevi, lo strumento che avete in mano è il prolungamento del cervello, mettetelo in funzione , anche quando pubblicate.  Lino